giovedì 21 dicembre 2017

Satsang e Psicoterapia

Da “Teachings of Swami Satyananda Saraswati” Volume II

Swami Satyananda discute del significato psicologico e spirituale del rapporto guru-discepolo, della pratica del satsang e dello stile di vita yogico. Registrato in un satsang al Satyanandashram Barcellona, Spagna, nel settembre del 1980.

Psicoterapeuta e guru hanno entrambi ruoli importanti da interpretare. Dove il lavoro dello psicoterapeuta finisce, inizia quello del guru. Quindi, invece di confrontarli, colleghiamoli.

Il guru non è uno psicoterapeuta, non è questa la sua principale motivazione. Uno psicoterapeuta è una persona che vi aiuta ad attraversare crisi particolari nella vita, mentre nella relazione con il guru la psicoterapia è spontanea e continua. La relazione del guru con il discepolo, la sua personale esperienza di vita e la sua conoscenza della natura della mente sono tali che egli è, quindi, in grado di dare al discepolo una direzione spirituale nella vita.

Questo è il motivo per cui, sin dall’inizio, sono fissate certe regole e regolamenti. Non tutti possono diventare guru. Per diventare guru dovrai essere, per prima cosa, un discepolo perfetto. Puoi diventare docente o professore universitario senza essere stato prima uno studente? Solamente leggendo qualche sutra, alcuni libri sullo yoga o partecipando a qualche seminario qua e là, non dovresti pensare di essere un guru qualificato.

Se uno psicoterapeuta cura la mente di qualcuno e poi lo lascia lì, costui continuerà ad avere problemi. Certo, ad un certo livello le malattie della mente devono essere curate, ma non c’è una fine ad esse. Secondo la mia opinione, devono essere trascese più che curate. La mente è una composizione di tre guna che la assalgono continuamente. Perciò, un discepolo dovrebbe sviluppare nuovi strumenti di conoscenza ed esperienza con i quali affrontare i problemi della mente.

In compagnia della verità
Allo stesso modo, non possiamo, in realtà, equiparare il satsang con la terapia di gruppo, anche se spesso cerchiamo di spiegare ‘satsang’ in questi termini. La radice sanscrita sat significa “realtà”, “divinità” e “purezza”; rappresenta il Sé o Dio. Satsang non significa essere in compagnia con molte persone, questo è sangha, che significa compagnia o associazione. Satsang è essere in compagnia della verità.

Ci sono molti tipi di satsang. Potete chiudere gli occhi e praticare satsang completamente da soli. Leggere un libro spirituale che tratta il tema della realtà anche questo è satsang. Satsang avviene quando siete con un gruppo e ascoltate la gloria dell’essere divino o le vie di purezza e di auto-evoluzione. Ascoltare racconti delle vite di coloro che hanno sofferto o che vivono per l’esperienza divina, anche questo è satsang.

Nel satsang potreste praticare kirtan o meditazione, ma questo non è satsang, sono solo modi di condurre satsang. Nel satsang la cosa più importante è il movimento costante delle idee in relazione con la realtà ultima, con la divinità o l’essere supremo.

Ci sono gruppi, con cui mi sono imbattuto in questi ultimi anni, nei quali le persone si riuniscono per fare alcune pratiche e per aiutare gli altri. C’è una spiegazione molto semplice e scientifica per questo. Se mettete un orologio a pendolo insieme ad altri orologi più piccoli noterete che, inizialmente, i movimenti dei vari pendoli non coincideranno ma, dopo un po’ di tempo, tutti gli orologi seguiranno l’orologio a pendolo. Questo esperimento è stato ripetuto molte volte. Allo stesso modo, quando suonate il violino, tutti gli altri violini nella stanza inizieranno ad essere in risonanza. Se ascoltate attentamente scoprirete che le vibrazioni del primo violino iniziano a trasmettersi tramite i violini inattivi. La stessa cosa avviene anche in un gruppo, quando le persone si riuniscono per aiutare gli altri.

Oltre la terapia
In India non c’è molto bisogno di queste sessioni di gruppo perché la situazione sociale è ancora molto ben organizzata. Se un gruppo di persone vive insieme in una famiglia unita o in un ambiente ashramico, inizia a comprendere la natura della psicologia umana. Si ha l’opportunità di vedere come si sta l’uno con l’altro. Si è in grado di valutare le varie menti, le limitazioni e i difetti e questo è di grande importanza nella cultura moderna.

In Occidente, in particolare nel ventesimo secolo, la terapia di gruppo è diventata un fenomeno importante. Nell’ottocento e nel novecento la situazione era differente; c’era più compattezza e stabilità nella vita familiare e comunitaria. Ma negli ultimi centocinquanta anni la struttura sociale si è pian piano deteriorata e, da allora in poi, è sorta la necessità della terapia di gruppo.

Tuttavia, dobbiamo ricordare che la mente non è la realtà ultima; c’è qualcos’altro oltre la mente. Parliamo solo in termini di mente perché la mente sembra essere una barriera per molte persone. In realtà, qualunque cosa facciamo nella vita spirituale non la facciamo per il benessere della mente ma per scoprire lo spirito universale. Tuttavia, il sentiero della psicoterapia può essere seguito solo fino ad un certo livello, si arriverà ad un punto dove si dovrà andare oltre. La psicanalisi può, senza dubbio, essere di grande aiuto fin ad un certo stadio di sviluppo ma poi, in realtà, diventa una barriera che si deve trascendere.

Tratto da: http://www.yogamag.net/archives/2016/bfeb16/psysat.shtml