giovedì 21 dicembre 2017

Amore e Rinuncia

 Swami Atmananda Saraswati

Molti matrimoni sono fondati, sostanzialmente, su nient’altro che un sogno. Molte persone cercano affetto o passione, ma l’amore è qualcosa che cresce nei cuori che sono profondi e nelle menti che sono forti. Dimentichiamo l’idea moderna di amore, l’idea da salotto, e ritorniamo all’amore epico, all’antico, alle nozioni dimenticate di devozione, rispetto e lealtà. Tutto il resto è un gioco. L’amore non si basa solo sulle emozioni; coinvolge l’integrazione di tutta la psiche – emozionale, intellettuale e spirituale. È una forza dinamica che può muovere gli eserciti e mettere in azione i poteri. Se Antonio non avesse amato Cleopatra l’intero corso della storia sarebbe stato differente.

Non sottovalutiamo, com’è la moda del giorno d’oggi, l’amore tra marito e moglie. Nell’India epica il matrimonio era per tutta la vita, derivante dalle vite passate e perpetuante in quelle future. Paramahamsa Ramakrishna adorava sua moglie Sarada Devi come la Madre Santa e lei lo riveriva come incarnazione di Dio. Alle volte, comunque, le mogli dei grandi santi non realizzavano la grandezza dei propri mariti, come la moglie di Lahiri Mahasaya che pensava d’aver sposato un uomo normale e si dispiaceva quando lui trascurava lei ed i figli; ma un giorno lui si materializzò di fronte a lei. Allora lei lo pregò di perdonarla e in un secondo egli innalzò la consapevolezza di lei al suo livello. L’amore comporta accettazione della natura dell’altra persona e sacrificio di sé stessi. Ciò significa che ci si deve dimenticare di ciò che divide e concentrarsi su ciò che unisce. Qualunque siano le differenze tra i due vanno dimenticate, come i fratelli Pandava e la loro moglie Draupadi, in esilio, si unirono contro il mondo intero. Dimenticarono tutti gli altri e scoprirono la gioia dello stare tra loro.

Amore significa comprensione dell’altra persona, considerazione della sua struttura mentale, accettazione della sua interezza. Non è necessario stare insieme per ore durante la giornata. Potrebbe esserci mezzo mondo tra i due, ma la distanza non può cambiare la consapevolezza a livello subconscio che è costante. Quando le mogli sono separate dai mariti in tempo di guerra, la loro devozione aumenta, se sono sincere. Ciò che può essere, in un certo senso, il dolore della separazione, porta ad uno strano tipo di soddisfazione a livello spirituale. La principessa Mira amava Krishna e lo sposò quando era una ragazzina. Cosa sposo? La sua statua. Con i suoi occhi terreni tutto ciò che poteva vedere era una statua colorata, ma con la vista divina lei giocava, parlava e danzava con lui. Ella rinunciò al suo marito terreno, scappò da lui. La presenza fisica è insignificante paragonata alla realtà spirituale.

Amore significa approfondimento della consapevolezza, espansione della consapevolezza attraverso un’altra persona. L’amore non esiste solo tra un uomo e una donna ma anche tra guru e discepolo, madre e figlio, tra un amico e un altro. L’amore dell’insegnante per il pupillo è un’antica tradizione in India. Impartire la conoscenza non è semplicemente il passaggio di formule da un testo, è la trasmissione di un’esperienza di vita. Quella saggezza è un dono puro, per il quale l’allievo rimane indebitato verso il maestro per tutta la vita. Questo è il motivo per cui non si permette di ferire l’insegnante e non può sopportare di ascoltare abusi da parte di altri su di lui. Questi grandi maestri non impartiscono la loro saggezza in modo disinvolto, ma solo alla persona giusta al momento giusto, quando c’è amore e rispetto reciproco. Il pupillo riceve la conoscenza del maestro direttamente, non tramite il suo intelletto, ma il cuore e l’anima.

Krishna e Arjuna erano grandi amici. Krishna nascose il suo essere divino ad Arjuna e questi pensava a lui come il suo compagno, suo pari. Tuttavia, prima della battaglia di Kurukshetra, quando Arjuna si rivolse a lui nella sua depressione, Krishna gli mostrò la sua forma cosmica. Arjuna fu disorientato nel vedere nel corpo di Krishna molti universi, il gioco del tempo e della distruzione e non riuscì a sopportarlo. Pianse:

“Qualunque cosa abbia sconsideratamente detto per incuria o amore guardandoti solo come mio amico, ignorante della tua grandezza, t’imploro, essere incommensurabile, perdonami! Mi rallegro di aver visto ciò che non avevo visto prima, ma la mia mente è confusa dalla paura. Desidero vederti come ti vedevo prima, incoronato, con una mazza e un disco in mano, soltanto nella tua forma precedente...” (Bhagavad Gita 11: 41-46).

La cosa sorprendente dell’amore è che più sacrifichi più ottieni. Immaginate che venga servito il vostro cibo preferito: lo vedete, ne sentite il profumo e proprio in quel momento un bambino con occhi grandi rotondi e una fame molto più grande della vostra vi siede accanto e voi mettete la vostra porzione nel suo piatto. Il vostro desiderio non è soddisfatto, ma avete una soddisfazione interiore che nessuna quantità di cibo potrebbe riempire.

Quando le brame, le ambizioni e i desideri mondani sono forti, quando si ama la vita, quando si gode di tutti i piaceri che il mondo può offrire, dopo tutto ciò arriva il momento di trasferire tutto quell’amore ed energia a Dio. Solo allora vi riuscirete, quando la guida in voi sarà forte. Che valore ha rinunciare al cibo quando non avete appetito? A cosa serve dare la vita a Dio quando siete vecchi e tutte le energie sono state esaurite? La prova è abbandonare il mondo quando l’appetito è in piena fioritura. Rinunciando a tutte quelle cose che amate otterrete di più, molto di più di ciò che potreste concedervi. Uno stomaco gonfio è una sensazione molto spiacevole. Quando diventate magri mangiando poco e soffrendo di più, la mente diventa acuta. Un nuovo tipo di comprensione sorge. Giunge una saggezza che trascende la comprensione quotidiana. Comprenderete problemi di cui non avevate nessuna esperienza. Un saggio occhio interiore che vede tutto lentamente, si apre. Può esserci tristezza dentro, una tristezza che spezza il cuore e che fa apparire leggeri e banali i fardelli delle altre persone; ma se volete fare qualcosa per la vostra vita dovete esserne degni, allora le ricompense di Dio supereranno di gran lunga i piccoli sacrifici.

Ora, tutto il mondo occidentale si sta ribellando. Perché, dicono, dovrei essere leale verso ogni uomo o donna? Perché dovrei rimanere con mia moglie? Perché dovrei rispettare i miei genitori? Io sono libero; io sono il mio maestro. Ma non è che siamo moralmente obbligati ad essere fedeli. Se vogliamo essere costanti nella meditazione, dobbiamo essere costanti nella vita quotidiana. Se vogliamo essere unidirezionali nel sentiero spirituale, dobbiamo essere incrollabili nelle emozioni. La mente è incostante. È come una moglie infedele. Ci supporterà un giorno e tradirà il giorno dopo. Deve essere allenata, come il guru allena il discepolo. Voi siete il marito e la mente è la moglie. Savitri scelse Satyavan come suo marito anche sapendo che lui aveva solo un anno di vita. Nel momento prestabilito, quando arrivò Yama e si portò via la sua anima, ella lo seguì in mezzo alle giungle e ai deserti del Regno della Morte. Non volle tornare indietro, andò avanti fino a che Yama, intenerito, le restituì l’anima del marito. Allo stesso modo, per avere successo nella vita spirituale dobbiamo essere impavidi e costanti. Se vogliamo tornare alla sorgente e riavere la nostra anima perduta, dobbiamo essere pronti a morire per questo.