mercoledì 21 giugno 2017

Yoga e Stress

Dr A.K. Gupta (India)


Lo stress, a lungo considerato estraneo allo stile di vita indiano, ora è un importante fattore di rischio per vari disturbi tra cui quelli cardiaci. Le vittime non sono solo i dirigenti costantemente sotto pressione, ma anche gli abitanti dei quartieri poveri, le donne, gli uomini d'affari, i professionisti e persino i bambini. Con il ritmo frenetico della vita moderna, disturbi legati allo stress come attacchi di cuore, ulcere peptiche, artriti, allergie, problemi sessuali, disturbi intestinali e così via sono notevolmente in aumento.

In tutto il paese le persone sono alla ricerca di misure per far fronte a questa minaccia. È per questo che vengono organizzati sempre di più workshop sulla gestione dello stress per i dirigenti, i centri di meditazione e di yoga si moltiplicano e c’è stato un aumento della domanda di farmaci ansiolitici e antidepressivi.
 

Che cosa è lo stress?

Selye e Levi hanno definito lo stress come un modello di risposta di base citogenetica non specifica e convenzionale, la cui funzione principale è quella di preparare il corpo all'attività fisica, sotto forma di attacco o fuga (definito ‘eustress’). Se però il soggetto non dispone di mezzi richiesti per far fronte all’attacco-fuga, ad esempio per allentare la tensione dello, l’eustress si trasforma in distress, che si manifesta sotto forma di sintomi o disturbi psicosomatici. Ci sono due tipi di stress riconosciuti da Selye e Levi: eustress (stress sano, buono, essenziale) e distress (stress patologico). Ad esempio, la tensione mentale o fisica, la rabbia, la frustrazione, la tensione, sono, apparentemente, degli stati senza speranza.

Cause ed effetti dello stress

Lo stress può avere differenti cause:
-         Fisiche: incidenti, ustioni, interventi chirurgici, infezioni;
-         Psicologiche: conflitti, idee errate, dubbi;
-         Emozionali: paura, ansia, odio, avidità, rabbia.

Indipendentemente dalla causa, però, gli effetti prodotti sono riscontrabili nei livelli più elevati, nel cervello, e da lì si muovono lungo il corpo causando squilibri nel sistema nervoso autonomo e in quello endocrino.

Soluzioni mediche e yogiche allo stress
I rischi dello stress riducono la qualità della vita e possono portare molti disturbi. Si distinguono quattro fasi o stadi differenti di attacco dello stress o stadi: psichico, psicosomatico, somatico e biologico. Sono a disposizione farmaci ansiolitici e antidepressivi per trattare la fase somatica e organica dello stress, mentre lo yoga è molto utile nel controllo e nel trattamento delle fasi psichiche e psicosomatiche, in modo da stroncare la causa nelle fasi iniziali.

Yoga: trattare la causa
L'obiettivo fondamentale dell’approccio yogico allo stress non ha a che fare con i sintomi evidenti (come la paura, la rabbia, le palpitazioni, l’insonnia, ecc) ma, piuttosto, con l’eliminazione della causa principale. Secondo lo yoga lo stress è uno squilibrio che si ha a livello mentale, fisico o emotivo. Non è lo stress la causa dei nostri mali. È l’incapacità di far fronte a una condizione di cambiamento.

Qual è la soluzione? Dobbiamo combattere una situazione stressante oppure sviluppare e migliorare il nostro potenziale e la capacità di far fronte a essa? Il motivo per cui i vari programmi di gestione dello stress non portano alcun sollievo è perché il loro approccio è di contrasto nei confronti delle influenze esterne; mentre la vera causa dello stress non è esterna, è interna. Si può giungere ad avere una gestione dello stress solo attuando cambiamenti comportamentali e altre trasformazioni nella vita.

I metodi dello yoga per la gestione dello stress comprendono il mantenimento del corpo fisico con la pratica delle asana; il risveglio dell'energia vitale tramite il pranayama e il rilassamento ottenuto grazie alla pratica di yoga nidra.

Il mantenimento del corpo fisico con le asana

Lo yoga equilibra, armonizza e porta integrazione tra la salute fisica e quella mentale. La definizione del termine asana, nei testi tradizionali, è 'Sthiram sukham asanam'. La parola sthiram significa ‘omeostasi, equilibrio’; sukhampiacere’ e asanam posizione fisica. È la posizione che produce l'omeostasi del sistema: ripristina l'equilibrio endocrino, bilancia i circuiti inibitori e stimolatori, regola le secrezioni e ottimizza le funzioni dell'intero sistema corporeo. Sukham si riferisce anche allo stato della mente, che è rilassato. I muscoli contengono i recettori dello stiramento. I movimenti di stiramento delle asana trasmettono impulsi rilassanti al cervello, che induce uno stato d'animo rilassato.

Semplici asana per alleviare la tensione
Quando siamo in piedi o seduti sulle sedie per lunghi periodi, i nostri muscoli accumulano stress e, di conseguenza, acido lattico che provoca una sensazione di rigidità quando ci svegliamo al mattino. Per rimuovere questa rigidità è molto utile la pratica di alcune semplici asana, come tadasana, tiryaka tadasana, kati chakrasana e la prima parte dei pawanmuktasana. Queste pratiche allungano i muscoli e massaggiano le articolazioni. Di conseguenza, la circolazione migliora e le tossine vengono eliminate. Le asana, quindi, attivano, tonificano e rivitalizzano gli organi, massaggiano le articolazioni, distendono e rilassano i muscoli, ottimizzano le secrezioni delle ghiandole endocrine, sviluppano resistenza e promuovono la consapevolezza interiore. Concentrazione, consapevolezza e rilassamento sono parti integranti dell’esecuzione delle asana. Le asana non sono semplici attività meccaniche.

Il potere del pranayama

Il pranayama, generalmente, è definito come controllo del respiro. Sebbene questa interpretazione può sembrare corretta in considerazione delle pratiche in questione, essa non esprime il senso pieno del termine. Il termine pranayama è composto da due radici: prana e ayama. ‘Prana’ significa 'forza vitale' o ‘forza della vita’ e ‘ayama’ è definito come 'estensione' o 'espansione'. Perciò, la parola pranayama significa 'estensione o espansione della dimensione del prana'. Le tecniche di pranayama forniscono il metodo con cui viene regolato, attivato e purificato il flusso di prana nella nadi, inducendo stabilità fisica e mentale.

Pranayama e stile di vita

Attività come l’esercizio fisico, il lavoro, il sonno, l'assunzione di cibo e i rapporti sessuali influiscono sulla distribuzione e sul flusso del prana nel corpo. Facoltà della mente come le emozioni, il pensiero e l’immaginazione influenzano il corpo ancora di più. L’irregolarità nello stile di vita, la non corretta attenzione all’alimentazione e lo stress esauriscono e ostacolano il flusso pranico. Questo si traduce in ciò che le persone sperimentano come svuotamento energetico. L’esaurimento dell’energia in un particolare prana porta alla devitalizzazione degli organi e degli arti che il prana governa e, infine, all’insorgere di una malattia o di una disfunzione metabolica. Le tecniche di pranayama invertono questo procedimento, energizzano e riequilibrano i differenti prana all'interno di pranamaya kosha. Le pratiche di pranayama dovrebbero essere eseguite dopo le asana.

Rilassamento e concentrazione attraverso yoga nidra
Una delle principali esigenze del giorno d’oggi è imparare come rilassarsi. Il sonno non è rilassamento. Secondo lo yoga, il sonno è il divenire consapevoli volontariamente e coscientemente di come la mente e la consapevolezza interagiscono con il corpo, i sensi, gli oggetti e le esperienze. Lo yoga ha come scopo di far raggiungere e mantenere chiarezza della mente e consapevolezza (sajagata). Quando si avrà questa consapevolezza, si calmeranno spontaneamente tutte le inquietudini e le distrazioni esistenti. Nello yoga l'esperienza del rilassamento significa muoversi dall'esterno verso l'interno, divenire consapevoli di questa introversione mantendo equilibrio e stabilità. In psicologia si afferma che attività e stimolazione sono la natura della mente. Il rilassamento della mente disturbata e agitata può essere raggiunto attraverso yoga nidra, la pratica di rilassamento.

Dalla discussione precedente è dunque evidente che le asana rilassano corpo e mente, e che attraverso la meditazione (yoga nidra) si raggiunge il rilassamento, la concentrazione e la consapevolezza.

Le scoperte scientifiche su yoga nidra
Nel 1988 è stato effettuato uno studio nella Charing Cross Medical School di Londra dal dottor A.K. Ghosh (Swami Mangaltirtham Saraswati), che ha dimostrato che la meditazione (in particolare lo yoga nidra) può modificare i livelli dell’EEG prodotti dallo stress e portare a un progressivo e sistematico rilassamento inducendo un elevato grado di ritmi delle onde alfa del cervello. Yoga nidra ha la capacità di indurre il sonno profondo in soli venti minuti.

Cambiamento nell’atteggiamento e dello stile di vita
Il cambiamento nell’atteggiamento e la modifica dello stile di vita sono i due pilastri su cui si basa la gestione dello stress attraverso lo yoga. Il cambiamento dell’atteggiamento può essere raggiunto attraverso lo sviluppo di atteggiamenti positivi. Questo è spiegato nella letteratura yogica sulla base di asakti (attaccamento), anasakti (non-attaccamento) e vairagya (distacco).

Asakti letteralmente significa attrazione con aspettativa e coinvolgimento dell'ego verso certi individui od oggetti. Questo porta a raga (attrazione), dwesha (repulsione) e ahamkara (coinvolgimento dell’ego) che, spesso, si manifestano come insicurezza, aggressività, forte esigenza all’identificazione, possessività e ansia. Di conseguenza, una persona con un’elevata asakti soffre spesso di frustrazione, tensione, stress psicologico e altre tendenze nevrotiche. Al contrario vairagya è l'apice dello stile di vita nivritti. Ciò significa distacco o non-dipendenza dalle cose materiali del mondo e dai rapporti personali. Questo è molto difficile da raggiungere per il capofamiglia medio. I santi e i veggenti devoti potrebbero essere in grado di raggiungere vairagya. Perciò, per la maggior parte delle persone che vivono una normale vita sociale e familiare, anasakti (non-attaccamento) è la via di mezzo che può essere seguita al fine di migliorare la qualità della vita e il benessere sociale. Questo garantisce felicità e pace durature senza essere disturbati da asakti (attaccamento).
 
Una persona con anasakti elevata esegue tutti i propri compiti e agisce con un senso di responsabilità e di coinvolgimento nelle attività senza alcuna aspettativa ulteriore. Esegue un compito o fa servizio ad una persona o un’istituzione con lo spirito di un karma yogi. Al tempo stesso, non denigra nessun beneficio o sostegno materiale, come una bella casa, dei mobili o dei mezzi di trasporto, ma non è attaccato a queste comodità. Può vivere in una casa con aria condizionata e servizi moderni o in una di fango e dormire su una stuoia senza che questo faccia alcuna differenza per lui. Si sente felice e soddisfatto in entrambe le condizioni. È, quindi, evidente che praticando anasakti (non-attaccamento) nessuna situazione stressante danneggerà o influenzerà l’individuo. Probabilmente questo è il modo migliore per rimanere calmi, contenti e felici.

Lo stile di vita yogico
Vivere secondo le leggi del corpo e della natura è il fulcro dello stile di vita yogico. Ciò include la dieta, il sonno, il rilassamento, l'esercizio fisico e un programma di lavoro quotidiano. Il modo migliore per apprendere lo stile di vita yogico è trascorrere qualche giorno in un yogashram. Stile di vita yogico non significa solo aggiungere la pratica di alcune asana e/o di qualche pranayama al proprio programma giornaliero di attività. In realtà significa vivere una vita di auto-disciplina, di anasakti.

Come praticare yoga?
Si può riservare alla pratica di yoga delle brevi sessioni di venti minuti ciascuna al mattino dopo essersi lavati, nel pomeriggio e prima di coricarsi. L'effetto dello yoga non è mai visibile immediatamente, anzi se ne fa esperienza lentamente. Lentamente s’inizia a sperimentare che la propria capacità di concentrazione e di rilassamento è aumentata. Le tensioni mentali ed emotive generate durante la vita quotidiana, lentamente iniziano a diminuire. È qui che inizia lo yoga. Lo yoga non inizia quando si sta a testa in giù o indossando abiti di colore geru. Lo Yoga inizia divenendo consapevoli di sé stessi (sajagata).

Conclusione
Secondo lo yoga si diventa vittime dello stress non a causa di una situazione stressante, ma della propria incapacità a far fronte ad essa. Non combattete contro lo stress divenendo, così, vittime di alcool, sigarette o droghe a causa dello sforzo, piuttosto sviluppate e migliorate il vostro potenziale e la capacità di far fronte allo stress. Imparate a modificare il vostro atteggiamento e lo stile di vita. Praticate asana, pranayama e yoga nidra regolarmente per portare un cambiamento nell’atteggiamento e per correggere gli squilibri a livello mentale, fisico ed emotivo. I farmaci ansiolitici e antidepressivi non garantiscono un sollievo duraturo, aiutano solo a gestire alcuni sintomi dello stress nella fase somatica e organica, mentre lo yoga è più utile nel controllo e nel trattamento dello stress nelle prime fasi psichiche e psicosomatiche.

* Professore e Cardiologo del Darbhanga Medical College, Laheriasarai, Bihar (India).