mercoledì 21 giugno 2017

Satsang con Swami Niranjan

Swami Niranjanananda Saraswati
(Ganga Darshan 1986-89)

Quanti sentieri differenti ci sono per la liberazione dell’uomo?
Ci sono diverse vie per la liberazione dell’uomo. La prima è il sentiero del Karma. Questa via è la disciplina per l’uomo comune. La seconda è il sentiero Vaishnava, in cui la devozione per il Signore (bhakti) gioca un ruolo predominante rispetto al lavoro ed è destinato a chi ha una competenza maggiore. La terza via è quella Shaiva, un sentiero di maggiore meditazione e gyana (conoscenza). Questi tre ordini o fasi successive di disciplina sono destinati alla categoria ordinaria di ricercatori, senza nessuna qualificazione speciale, al ‘pashusadhaka, una creatura che è vincolata dai legami dell’esistenza.

La quarta via è il sentiero Dakshina, dove karma, bhakti e gyana sono abilmente armonizzati e sintetizzati. Qui i frutti delle prime tre vie sono organizzati e conservati. Poi vi è il sentiero Vama, o sentiero inverso, dove ciò che naturalmente va verso l’esterno (pavritti) è riportato verso l’interno (nivritti), alla sorgente di tutto ed ogni cosa della creazione è vista ed usata come mezzo per fare ritorno verso la coscienza che è la base di tutto e che governa ogni cosa. Il processo è quello dell’identificazione interiore di sé stessi con la divinità, non solamente nel suo stato di auto-esistenza, ma anche nel suo movimento di manifestazione.

I due sentieri, Dakshina e Vama, sono per un aspirante evoluto nelle competenze più elevate, abbastanza eroico, che è in grado di lottare e di combattere contro le forze inferiori dell’ignoranza. Questo tipo di sadhaka è noto come ‘virasadhaka.

Poi vi è il Siddhanta, lo stadio o il sentiero dove le cose sono definitivamente determinate secondo la reale natura e direzione del proprio obiettivo e ci si prepara ad avere la conoscenza incorporata in tutte le parti del proprio essere e della coscienza. Questo stadio e quello che segue sono per sadhaka elevati, i ‘divyasadhaka, per chi è in grado di percorrere il percorso più elevato della coscienza interiore che, rapidamente, si avvicina alla coscienza trascendentale.

L’ultimo è il sentiero Kaula. È uno delle tradizioni più segrete del Tantra e il più preminente. Secondo il Tantra non c’è nulla di più elevato del Kaula che è l’essenza di tutte le essenze. Ci sono delle condizioni che devono essere soddisfatte prima che la verità del sentiero Kaula possa essere rivelato. Bisogna aver raggiunto una maturità nella mente e nella natura, risultante dallo studio e dalla disciplina cui ci si è sottoposti negli stadi precedenti. È riservato solo a chi la conoscenza sorge senza che gli sia stata insegnata e spiegata da altri, in quanto la mente e l’inclinazione dipendono interamente dalla precedente preparazione. Si è pronti o meno in base al proprio stadio evolutivo.

Il secondo fattore è il grado di purificazione della consapevolezza raggiunto come risultato del japa delle tradizioni Shaivite, Vaishanvite, Shakta, Ganapatya e Saura. Il terzo è la misura in cui si è liberi dagli elementi deformanti dell’ignoranza e dell’ego, come risultato combinato delle precedenti austerità, dedizione, sacrificio, ripetizione di mantra, osservanza di niyama e atti simili allo scopo di sbarazzarsi delle tendenze istintive e inferiori. Bisogna avere, anche, devozione e fede nella divinità o nel guru.

Perciò, a chi ha la consapevolezza purificata, calma, attiva nei sentieri dello spirito; una fede elevata, umiltà, allegria, dedizione alla verità ed è obbediente ai comandi del guru, la conoscenza del Kaula si auto-rivelerà.

Quanti tipi di guru esistono nel Tantra?
Ci sono molti tipi di guru ma, secondo il Tantra, i guru sono di sei tipi:
  • Prerak (ruotante): chi spinge l’interesse che porta all’iniziazione.
  • Suchak (indicatore): chi indica il sadhana secondo l’interesse che è stato risvegliato.
  • Vaachak (che spiega): chi spiega il processo e i relativi oggetti.
  • Darshak (che mostra): chi mostra i meccanismi e i relativi scopi molto dettagliatamente.
  • Shikshak (insegnante): chi insegna realmente come si esegue il sadhana.
  • Bodhak (illuminatore): chi accende la lampada della conoscenza spirituale e mentale nel discepolo.
Vi è una tradizione che parla di dodici diversi tipi di guru:
  • Dhatuvaadi guru: chi assicura la liberazione facendo praticare al discepolo sadhana, osservanze e via di seguito.
  • Chandan guru: chi emana la propria elevata consapevolezza come un albero di sandalo, sprigionando la sua fragranza e diffondendola agli altri alberi dell’ambiente circostante. Solo la sua vicinanza spinge verso la liberazione.
  • Vichar guru: chi agisce sull’intelligenza del discepolo, conducendolo attraverso operazioni sempre più sottili dell’intelletto.
  • Anugraha guru: chi eleva per pura grazia.
  • Paras guru: chi con il solo tocco, come la pietra filosofale, trasmuta il discepolo.
  • Kachchap guru: chi redime il discepolo solo pensandolo, come la tartaruga nutre i suoi piccoli solo pensandoli.
  • Chandra guru: i cui raggi naturali avvolgono il discepolo come il chiaro di luna. 
  • Darpan guru: chi, come uno specchio, rivela la vera natura del Sè.
  • Chhayaniti guru: la cui sola ombra conferisce divinità al discepolo.
  • Nadaniti guru: chi, come la pietra preziosa di quel nome, dà la conoscenza nel momento in cui la chiamata dell’aspirante lo raggiunge.
  • Kraunchpakshi guru: il solo ricordo di lui conferisce elevazione spirituale nel discepolo.
  • Suryakant guru: il suo solo sguardo brucia i peccati del discepolo come i raggi del sole bruciano il cotone.

Fine prima parte