mercoledì 30 marzo 2016

Lo yoga terapeutico

Swami Satyananda Saraswati

Per quei disturbi come il tifo e la polmonite lo yoga non deve essere usato, ma queste sono le uniche limitazioni. Lo yoga è per le malattie croniche come il diabete, l’asma e per i disturbi costituzionali. In questi casi lo si può utilizzare in modo sicuro. Per quei disturbi che riguardano il comportamento dell’individuo, il modo di pensare, il temperamento, il carattere, la capacità reattiva e la sensibilità non c’è niente di meglio dello yoga. Se un individuo soffre di una rabbia terribile, o se ha un complesso d’inferiorità, o se ha molte nozioni sbagliate riguardo sé stesso, non c’è niente meglio dello yoga. Lo yoga crea un mezzo per l’auto-correzione. Molti dei problemi considerati innati sono naturali secondo la fisiologia dello yoga.

La rabbia è intrinsecamente connessa con la secrezione dell’adrenalina che è intrinsecamente connessa con l’eccitazione coronarica. Quando una persona è arrabbiata, ha un’eccitazione cardiaca e, quindi, le secrezioni dell’adrenalina devono essere equilibrate. Possono essere equilibrate con la pratica di shashankasana, la posizione della lepre, praticata per un certo periodo di tempo, fino a mezz’ora. Se c’è un’iper o un’ipo-stimolazione delle ghiandole surrenali, potrebbe esserci maggiore rabbia. Si potrebbe esser pronti a sparare a qualcuno. Oppure si potrebbe diventare talmente passivi che se qualcuno ci desse uno schiaffo diremmo: “Va bene, l’altra guancia è pronta”. Allo stesso modo, l’iper o l’ipo-stimolazione della tiroide può rendere una persona emozionalmente ipersensibile o fargli uccidere le proprie emozioni.

Riconosciamo lo stato psicologico delle emozioni come l’amore e l’odio ma, allo stesso tempo, sappiamo che esse hanno un impatto fisiologico. La rabbia, l’amore e la compassione non sono solo psicologiche, hanno una base fisiologica.

India, 1970

Tratto da: http://www.yogamag.net/archives/2013/joct13/ty1013.shtml