mercoledì 30 marzo 2016

L'Ayurveda e le spezie tradizionali

Swami Vibhooti Saraswati

Swami Sivananda, in ‘Rimedi Casalinghi’, scrive: “L’India non ha portato evoluzione dell’arte sull’arte o della scienza sulla scienza come suo contributo al patrimonio comune di tutte le nazioni del mondo. Il suo più grande dono al mondo è quello della scienza spirituale dell’auto-perfezionamento. Accanto a questo, porrei la ‘Scienza della vita’, l’Ayurveda, come dono prezioso che dovrebbe essere attentamente sviluppato e trasmesso a tutte le nazioni”.

La scienza dell’ayurveda nacque migliaia di anni fa nelle regioni himalayane. I grandi veggenti che l’hanno creata non facevano differenza tra il mondo interiore ed esteriore: li vedevano come un’unica cosa. Trattavano le sofferenze spirituali insieme al corpo e alla mente. Infatti, la filosofia di base dell’ayurveda è che ogni tipo di sofferenza può essere definita disturbo (‘disease’ in inglese: ‘dis-ease’, ‘non-benessere’), e che l’appagamento interiore viene identificato con uno stato di buona salute. La vera salute, secondo la scienza dell’ayurveda, è un corpo sano, una mente sana, delle emozioni sane e un’anima sana, che corrisponde, anche, a ciò che è affermato da un’altra grande scienza, lo yoga. L’ayurveda usa le piante, le erbe, la dieta, gli aromatizzanti e anche i cosmetici per ristabilire e mantenere l’equilibrio mentale. Usa anche il respiro e le tecniche meditative, che costituiscono le basi dello yoga, la sua scienza sorella.

L’ayurveda non è, quindi, una scuola di medicina ma, come lo yoga, è un modo di vivere e di pensare, completo e quotidiano. È uno stile di vita totalmente equilibrato, basato su una profonda conoscenza di noi stessi e del nostro ambiente e sulla consapevolezza che siamo interdipendenti con tutte le altre forme di vita. Secondo lo yoga e l’ayurveda, lo scopo della vita dovrebbe essere la comprensione e la realizzazione del principio del Brahman, dell’unità della vita, e per questo abbiamo bisogno di una salute integrata. Non possiamo isolarci dalle energie della Natura, dobbiamo riconoscere il legame universale per essere veramente sani nel corpo, nella mente, nelle emozioni e nello spirito. L’ayurveda sottolinea, pertanto, che ciò che prendiamo dalla Natura deve essere rimpiazzato in uguale proporzione e che dovremmo mantenere la purezza dell’ambiente per preservarne l’equilibrio. Ad esempio, se abbattiamo un albero, dobbiamo piantarne un altro per salvaguardare l’equilibrio ecologico. Le piante e le erbe semplici intorno a noi, quelle  che utilizziamo quotidianamente in cucina senza pensarci sono, in realtà, dei potenti farmaci, se si conosce il segreto del loro potere curativo. I medici ayurvedici conoscono questo segreto e l’arte di come usare queste erbe e di prescriverle e anche noi possiamo imparare ad usarle per mantenere una salute equilibrata. Questi tipi di farmaci naturali sono economici, pratici, facilmente reperibili e totalmente sicuri. Inoltre, se imparassimo come coltivare le nostre piante, potremmo anche migliorare l’ambiente circostante. Analizziamo ora due di queste piante comuni che conosciamo molto bene: l’aglio e lo zenzero.

L’aglio
L’ayurveda chiama l’aglio ‘il cibo meraviglia’. È una radice molto pungente che i botanici chiamano Allium Sativum e proviene dalla famiglia delle Aliaceae. In Sanscrito è chiamato rasona, in Hindi lasan e in Marathi lasoon. Dà forza al corpo ed è ottimo per il cuore. È incluso in quasi tutti i tipi di curry (miscela di varie spezie) indiani, sebbene non sia mangiato dagli appartenenti alle sette puritane, come i Vaishnava, perché ritenuto afrodisiaco. È mangiato anche crudo con olio e peperoncino come chutney (condimento formato da spezie, verdure e/o frutta), o con sale per pulire il sangue e per i disturbi nervosi, come il mal di testa e l’isteria.

Proprietà curative
Sin dall’inizio l’ayurveda ha utilizzato l’aglio per il trattamento di una vasta gamma di malattie. Prescrive l’aglio per l’anoressia e i disturbi alle corde vocali. Testato nei moderni laboratori, l’aglio è risultato antiprotozoo, antiparassitario, antivirale e anche antibiotico e antimicotico in caso di tubercolosi e meningiti. Nel 1994 il chimico Chester Cavallito identificò nel forte odore dell’aglio un composto, l’allicina, un antibiotico che ha un ampio spettro come agente efficace contro le malattie diffuse da microbi e il cui valore medicinale è ancora in corso di analisi. L’allicina si distrugge quando l’aglio viene cucinato, perdendo così il suo potere antibiotico. L’aglio è anche usato per i problemi ginecologici, per regolare le mestruazioni e per aumentare la libido. Secondo Ramana Maharshi, agisce come amrit, nettare, per i bambini.

L’aglio schiacciato e rosolato nell’olio di senape o di cocco è usato come pomata antisettica, soprattutto per alleviare la scabbia, le piaghe e le ferite ulceranti. L’aglio espelle l’aria dall’intestino, rinvigorisce lo stomaco, tonifica il sistema, espelle il catarro indurito rendendolo più liquido, migliora la secrezione e il flusso dell’urina e uccide i vermi che possono trovarsi nell’intestino. Swami Sivananada scrive: “L’aglio è utile in caso di sordità, mal d’orecchio, bronchiti croniche, asma, tubercolosi polmonare, shock o collasso, dissenteria, emorroidi, febbre, debilitazione e pertosse. Riduce efficacemente la pressione del sangue.”

Il succo d’aglio è usato esternamente come antinfiammatorio. Miscelato con otto parti d’acqua è un’ottima lozione antisettica per lavare le ferite infette. Assunto internamente, riduce la pressione sanguigna e il colesterolo. Un cucchiaino di succo d’aglio ogni quattro ore terrà sotto controllo i primi sintomi del tifo. L’aglio rasam (una preparazione simile all’acqua con il pepe) rimuove ogni tipo di dolore reumatico, lombalgia ecc. La marmellata all’aglio è un tonico per le donne dopo il parto. Un po’ di succo nelle orecchie rimuove la sordità temporanea e il mal d’orecchi.

Gli aspetti divini e demoniaci
C’è una storia mitologica che riguarda l’aglio. Si racconta che quando le divinità (i deva) e i demoni (i rakshasa) zangolarono l’oceano della coscienza, emerse l’amrit (il nettare dell’immortalità). I demoni avidi e lascivi lo volevano tutto per loro. Uno di essi, per egoismo, ne afferrò il recipiente e fuggì via con esso. I deva rimasero sbigottiti per questa perdita, perchè questo avrebbe reso i demoni più potenti di loro e avrebbe fatto pendere la bilancia in favore delle forze oscure contro il potere della luce. Si appellarono, quindi, al Signore Vishnu affinchè li salvasse. Per riportare l’equilibrio, Vishnu prese le sembianze di Mohini, bellissima e affascinante, che si offrì di risolvere la questione dividendo l’amrit equamente tra tutti.

I demoni, affascinati da Mohini, accettarono e Vishnu, nella bellissima forma di Mohini, iniziò a servire i deva per primi. Ma i demoni iniziarono a preoccuparsi del fatto che non ne sarebbe rimasto abbastanza per loro e uno di essi s’infilò nella fila degli dei, inosservato da Mohini. Stava già ingoiando il nettare quando il Sole e la Luna, notato quello che stava accadendo, avvertirono Mohini. Allora Vishnu, in questa forma femminile, ebbe la possibilità di agire. Come il demone si allontanò, Mohini prese il mestolo con cui stava servendo l’amrit e lo lanciò contro il demone. Il mestolo si trasformò nel sudarshan chakra, l’arma letale e invincibile di Vishnu, e decapitò il demone. Quando la testa si separò dal corpo, alcune gocce di nettare caddero a terra insieme al suo sangue.

Si dice che queste gocce diedero vita alla pianta dell’aglio e che questo è il motivo per cui l’aglio ha delle qualità sattviche (divine) e tamasiche (demoniache). È eccellente per il corpo, lo mantiene forte e in salute, per questo è chiamato amrit; ma ha anche il tocco del demone, ha delle qualità tamasiche che influenzano negativamente la mente. L’aglio è, quindi, proibito per i sadhaka.        

Lo zenzero
L’ayurveda chiama lo zenzero ‘il rimedio universale’. Appartiene alla famiglia delle Zingiberaceae e il suo nome botanico è Zingiber Officinale. In Sanscrito è chiamato ardhrakam e in Hindi adrakh. È stato ampiamente utilizzato dall’antica medicina indiana e cinese. L’imperatore Moghul Akbar e Confucio mangiavano zenzero fresco a ogni pasto come digestivo e carminativo. Esso contiene un olio volatile.
Proprietà curative
Lo zenzero fresco schiacciato può essere strofinato sulla fronte per alleviare il mal di testa. Può essere masticato per il mal di gola e per l’afonia. Le caramelle allo zenzero sono usate come pastiglie per la gola. In India, il succo dello zenzero è equivalente alla pasta di senape, applicata sul torace dei bambini quando soffrono d’influenza o bronchiti. Fettine di zenzero, private della buccia, in latte caldo alleviano i dolori reumatici, la dispepsia, i gas, ecc. La medicina contemporanea considera lo zenzero un potente antidoto alla chinetosi e anche anticolesterolo e anticoagulante.

Swami Sivananda scrive in Rimedi Casalinghi: “Miscelate in parti uguali il succo dello zenzero fresco, il succo di limone e il miele. Assumetene due o tre cucchiaini la mattina presto a stomaco vuoto. Rimuoverà la dispepsia, l’irritabilità, purificherà il sangue, fermerà il sanguinamento gengivale e stimolerà la digestione”. L’essenza dello zenzero (Tinctura Zingiberis) aumenta l’appetito e stimola la digestione. Agisce come tonico per lo stomaco ed è utile in caso di diarrea, flatulenza nello stomaco e negli intestini e colite intestinale.

Lo zenzero secco è chiamato nagarma in Sanscrito e south in Hindi. L’Ayurveda definisce lo zenzero secco ‘il grande medicamento’ contro l’influenza, la tosse, le riniti, le bronchiti e l’indigestione. È un forte stimolante aromatico, prescritto per il gonfiore addominale, le coliche, la diarrea e la nausea. I medici ayurvedici usano un’infusione di zenzero secco in acqua calda per indurre la sudorazione per abbassare la febbre. Lo applicano anche esternamente per alleviare i dolori reumatici. Ma, sottolineano, lo zenzero va evitato da chi soffre di iperacidità e ulcere gastriche.

Swami Sivananda dà la seguente prescrizione in Rimedi Casalinghi: “Uno o due pezzetti di zenzero secco in latte caldo rimuove i dolori reumatici. Fate un impasto con acqua e zenzero secco. Mangiatelo e applicatelo sulla testa per alleviare il mal di testa. Questa pasta può anche essere applicata sulle articolazioni per rimuovere il gonfiore reumatico”.

La natura ci ha dotato di medicine create da Dio per la nostra cucina: coriandolo, pepe nero, cumino, fieno greco, cardamomo, tamarindo, cannella, curcuma, noce moscata, aglio e zenzero e noi dovremmo sapere come usarle propriamente. Sono economicamente convenienti, non hanno effetti collaterali e possono essere utilizzate a qualsiasi età. I farmaci moderni, oltre a non essere naturali, sono anche costosi e hanno molti effetti collaterali. Gli antibiotici, in particolare, uccidono il sistema e il loro effetto tossico rimane per molto tempo nel corpo. Quindi, quando entrate nelle vostre cucine provate a vedere le vostre spezie e i vostri condimenti sotto una luce differente: il coriandolo è una lozione per gli occhi in caso di congiuntiviti e un aiuto per la virilità; il pepe nero per il colera e i disturbi dei bronchi; il tamarindo per i colpi di calore e per i gargarismi nelle infiammazioni alla gola; la cannella per i dolori del corpo, il mal di denti, l’anoressia e i disturbi della vescica; il fieno greco per il sangue, la dissenteria e la gonorrea; il cardamomo come tonico per il cuore, per menzionare solo alcuni di questi rimedi meravigliosi.