lunedì 21 dicembre 2015

Lo yoga e l’ecologia

Swami Niranjanananda Saraswati

Il tema dell’ecologia non esiste in modo isolato. È collegato all’economia e all’industria e, per questa ragione, è molto difficile per le persone del mondo d’oggi divenire consapevoli dell’ambiente. A livello sociale, l’ambiente è connesso all’industria e al commercio. A livello individuale, è connesso al modo in cui l’individuo percepisce l’ambiente in cui lui, o lei, vive. Ogni individuo collega o isola sé stesso/sé stessa dalla natura in base alle proprie costrizioni e necessità.

Lo stile di vita è la chiave
Il rapporto che abbiamo con la natura è collegato al nostro atteggiamento verso la vita in generale, se siamo felici e contenti o insoddisfatti ed infelici, con il nostro stile di vita. Ciò riflette il modo in cui vediamo il mondo intorno a noi e se lo rispettiamo o lo maltrattiamo.

Yama e niyama dello yoga sono indicativi di quest’interazione tra l’interiorità dell’individuo, le leggi della natura e il Divino. Shaucha, ad esempio, che è definita pulizia, non è solo personale, ma anche ambientale. Non è solo igiene, ma è responsabile dell’espressione e dell’esperienza della bellezza nella propria vita ed anche nell’ambiente. La bellezza fa nascere la gioia e la felicità, che sono il risultato della bellezza stessa.

Se un giardino è bello, crea anche un cambiamento nell’atmosfera e nell’ambiente. Quando passeggiate nel giardino, il vostro spirito si eleva. La bellezza del giardino è fisica ma, allo stesso tempo, ha anche un impatto sull’ambiente e sullo stato mentale. Se sorgesse la consapevolezza di essere responsabili del fare della propria casa, dell’ambiente e del mondo dei luoghi bellissimi, si sarebbe fatto il primo passo verso una corretta integrazione con la natura. È la comprensione della relazione dell’individuo con la natura, da un lato, e con il Divino, dall’altro, che può rendere il tutto ecologico.

Ci sono varie dimensioni nell’ecologia, materiali e spirituali. Nessun individuo può fare la differenza nella dimensione materiale dell’ecologia, specialmente quando ci sono interessi industriali e commerciali. Per fare qualcosa si dovrebbe cambiare l’intera struttura legale e politica della società. Quindi, ci sarà sempre sfruttamento. Il cambiamento può avvenire solo nel nostro personale stile di vita. Un cambiamento nell’atteggiamento e nell’interazione dell’individuo con la vita è l’unico approccio per cambiare il modo di comprendere il mondo e il suo ecosistema.

La scienza dell’ecologia è strettamente collegata alla società umana, alle sue esigenze e alle necessità dell’industria e del commercio. La componente umana, la comprensione della partecipazione e del coinvolgimento dell’uomo nella natura, è relativamente molto scarsa. Ci vediamo ancora al di fuori dall’ecologia e dall’ecosistema da cui dipendiamo. Ci sono centinaia di raduni ambientalisti ogni giorno che coinvolgono migliaia di persone che, però, non intaccano le politiche perseguite dalle industrie, dal commercio e dai governi. Questo può essere visto a livello globale.

L’interdipendenza di tutte le specie
L’ecologia è lo studio di come le differenti specie ed aspetti della natura possono lavorare insieme e supportarsi a vicenda. Secondo delle stime antiche, ci sono 8.400.000 specie in natura. Sin da quando gli scienziati hanno iniziato a registrare le varie specie, si è scoperto che approssimativamente 1.500 specie si estinguono ogni anno, specie nel mondo delle piante, degli animali, degl’insetti e dei batteri. A tutt’oggi sono state registrate dagli scienziati solo 200.000 varietà di specie.

Nella tradizione vedica si afferma chiaramente che la vita di ogni specie serve per il benessere di tutte le altre. Tutte le 8.400.000 specie del pianeta vivono le une per le altre, tranne una. Una specie vive per sé stessa e questa è la specie umana. Se la specie umana vivesse anche in sintonia con le leggi della natura e in armonia con le altre specie, il pianeta diverrebbe un posto molto diverso nel quale vivere. Qui è dove il punto di vista yogico sull’ecologia lentamente inizia a svilupparsi.

C’era un tempo in cui anche gli esseri umani difendevano la natura ed il pianeta. Secondo la tradizione vedica i cadaveri dovevano essere bruciati, non sepolti. Questa non è una credenza religiosa o culturale. La tradizione vedica è contraria alla sepoltura perché i corpi sono soggetti a differenti tipi di malattie. Quando si muore per una malattia, i virus e i batteri rimangono vivi nel corpo. Se il corpo viene bruciato, si distruggono anche le malattie, ma se il corpo viene sepolto, questi virus e batteri si diffondono nel terreno e inquinano l’acqua, gli alberi e le piante, rendendo l’ambiente inquinato e malato, contaminando, infine, anche il cibo che mangiamo.

In base alla tradizione vedica solo gli yogi ed i bambini piccoli possono essere sepolti. Il corpo dei bambini piccoli è puro. Gli yogi lo hanno reso puro attraverso il sadhana. Quindi, non c’è nessun male in loro che debba essere bruciato, mentre tutti gli altri devono essere bruciati. Si tratta di una pratica e di una credenza ecologicamente consapevole.

Nel cristianesimo e nell’islam questa credenza non esiste per differenti ragioni. Queste due religioni si sono sviluppate in luoghi aridi e nei deserti desolati del Medio Oriente. Non c’erano alberi e, quindi, non c’era legna, perciò i cadaveri venivano sepolti sotto la sabbia. La qualità della sabbia e l’intensità del sole del deserto sono tali che quando la sabbia diventa bollente è come una fornace. Ogni granello di sabbia può raggiungere un elevato grado di calore. Se un corpo viene sepolto nella sabbia, il corpo stesso con i suoi virus e batteri viene distrutto dall’estremo calore. Il terreno, invece, mantiene molto meno calore. Se un corpo è sepolto nel terreno, i batteri si diffonderanno.

Nella nostra ignoranza abbiamo incorporato certe tradizioni nei sistemi religiosi creando così situazioni in cui un corpo non può essere bruciato per motivi “religiosi”. Questo è l’apice dell’idiozia umana.  

I benefici di uno stile di vita naturale
Ci sono molte altre regole seguite nella tradizione vedica che fanno parte dello stile di vita e mostrano attenzione all’ambiente. Quando una cultura segue una regola creata con comprensione delle leggi della natura, allora quella cultura potrà sopravvivere a qualsiasi sconvolgimento della natura, non importa quanto grande possa essere la distruzione.

Alcuni anni fa fu condotto uno studio comparativo del potenziale agricolo degli Stati Uniti d’Ameria, con una popolazione di 200 milioni di persone e dell’India, con una popolazione di 900 milioni. Prendendo in esame il sistema di produzione agricolo di quel periodo e l’uso di prodotti chimici, è stato stimato che gli USA hanno la potenzialità di soddisfare alle esigenze alimentari dell’intera popolazione del mondo per 50 anni, con la forza del loro territorio. In India, dove all’epoca vivevano 900 milioni di persone in un territorio di dimensioni molto più piccole rispetto agli USA, è stato valutato che le terre agricole hanno la potenzialità di nutrire il mondo intero per 300 anni. Perché? L’America è uno Stato giovane, ha circa 400 anni. Non sappiamo quanti anni abbia l’India ma, a rigor di logica, la fascia equatoriale sarebbe stata popolata da quando gli esseri umani hanno fatto la loro prima comparsa su questo pianeta.

La differenza è nello stile di vita. Se poteste adottare uno stile di vita naturale, vivendo in sintonia con le leggi della natura e cercando di non alterare le condizioni naturali, allora avreste maggiore consapevolezza ecologica. Quando fa freddo, indossate un maglione. Quando è caldo, vi togliete i vestiti. Ma se cercate di riscaldare una stanza o un edificio con mezzi artificiali, gli agenti chimici inquineranno l’atmosfera, così come sta accadendo con il buco dell’ozono causato dall’uso di aerosol e di gas CFC nei condizionatori e congelatori. Quindi, maggiori lussi e comodità vanno contro la natura.

Perché non si può fare a meno di comodità momentanee? Queste comodità sono necessità artificiali, non sono veri bisogni. Le necessità artificiali incrementano l’industria e il commercio. Potete cucinare il cibo in modo semplice, come si fa nella cucina del nostro ashram, con carbone e legna, o potete acquistare un microonde per avere il cibo pronto velocemente. Cosa accadrà dopo? Diverrete consapevoli di non avere abbastanza tempo e di avere bisogno di fare le cose il più velocemente possibile.

Le persone hanno molti problemi che riguardano la gestione del tempo, soprattutto nei paesi moderni ed industrializzati. Lavorano molto duramente per soddisfare le richieste dei bisogni artificiali. Potete vivere senza microonde. Infatti, il cibo ha più sapore senza il suo uso. Il gusto, la salute e molti altri benefici sono sacrificati per amore di un pasto veloce.

Cucinare è una gioia. Sedetevi, pelate e tagliate le verdure. Immaginate il modo in cui preparate il pasto. Il flusso d’informazioni provenienti dalle verdure a voi e il flusso della vostra interazione con la materia organica è una relazione bellissima. Se non riuscite a dedicare un’ora al giorno alla cucina, avete perso la gioia del vivere. Se non riuscite a fare un bagno freddo in inverno senza pensare: “Oh, vorrei dell’acqua calda!” non potete assaporare la gioia che quell’acqua fredda dà, migliorando la salute, la resistenza e il sistema immunitario del corpo.

GOD: Generazione, Organizzazione e Distruzione
Con tutti i movimenti ambientalisti e le teorie, una cosa è certa. La coscienza cosmica è molto più consapevole della crescita e della distruzione, rispetto all’intera popolazione umana. Se c’è uno squilibrio da qualche parte, la coscienza della natura se ne occupa prontamente. L’unico modo che ha per sistemare la cosa è la creazione della distruzione. Questo è il concetto della trinità: GOD (n.d.t. ‘Dio’ in inglese), Generazione, Organizzazione e Distruzione; Brahma, Vishnu e Shiva.

La generazione e la creazione sembrano essere completate a livello fisico grossolano, ma, in quello sottile, la generazione continua. Si ha l’organizzazione, il mantenimento e la continuazione. In realtà, gli esseri umani sono parte integrante della coscienza di Vishnu: la cura, il mantenimento e il nutrimento. Non abbiamo la coscienza di Brahma, quest’aspetto di Dio, in noi. Noi siamo nella coscienza di Vishu, la O di ‘God’. Un incontro con Shiva è come un incidente. I terremoti, le tragedie e la morte sono l’incontro con D, che è Shiva. Ogni volta che abbiamo un qualche incontro con D (la distruzione), si presenta come un grande shock per il nostro sistema.

Quindi, dal punto di vista cosmico, noi siamo nella coscienza di Vishnu ed al livello di tamas. Non vogliamo cambiare. Ci sconvolgiamo e ci arrabbiamo quando incontriamo la natura rajasica di Shiva, che arriva e pulisce tutto, arriva e distrugge ogni cosa, in modo che possa avvenire una rinascita. Questo è il modo in cui la natura guarisce e rinnova sé stessa dagli effetti della razza umana.  

Ganga Darshan, 9 Gennaio 1999