sabato 20 giugno 2015

Il mantra e la mente

Swami Satyananda Saraswati
Lezione tenuta durante il Seminario per Insegnanti di Yoga svoltosi a Collbatò

Nella filosofia tantrica, il mantra è una forza che può essere usata per risvegliare la coscienza spirituale. Alla base del mantra vi è il suono, che spazia dal grossolano al sottile. In tutto il cosmo ci sono onde sonore lente, medie e veloci. Le onde medie sono per noi percepibili ma le onde lente e veloci no. Quando viene prodotto il suono del mantra, questo ha una portata media di frequenza ed è noto come suono percettibile o grossolano. Ma, quando il mantra è intonato silenziosamente, ha una velocità maggiore di frequenza e diventa un suono impercettibile o sottile.

Quindi, il mantra opera sul piano terreno ed anche sui piani più elevati. Quando si produce un suono e si accelera di frequenza, esso influenza il regno interiore della consapevolezza. Proprio come quando si prende un sasso e lo si getta in un lago calmo e tranquillo, l’impatto crea increspature e le onde formano cerchi che si espandono sempre più ampiamente secondo la forza ed il peso del sasso. Allo stesso modo, quando si ripete un mantra, il suono colpisce l’omogeneità della coscienza e crea increspature che aiutano a espandere la mente.

La barriera
La mente ha due campi d’azione: individuale e universale. In realtà, nell’intero universo c’è solo una mente, ma questa mente diventa individualizzata in base ad ogni circuito separato. Ad esempio, la vostra mente e la mia non sono due menti: le nostre menti sono differenti circuiti di un’unica mente. Quindi, la verità è che la mente individuale fa parte della mente omogenea, universale. Perciò, la mente individuale può sempre essere connessa con la mente universale, se sappiamo come farlo. Dobbiamo ricordare che questa è come una legge ed è della massima importanza nella vita spirituale.

Quando iniziamo la pratica del mantra, creiamo delle vibrazioni all’interno della mente. Come la mente diventa calma, tranquilla e concentrata queste vibrazioni sono trasferite nell’area universale della mente. La barriera tra la mente individuale e quella universale viene rotta. A causa di questa barriera le nostre menti sono divise le une dalle altre: voi non sapete cosa sto pensando io ed io non so cosa state pensando voi. Ma, quando questa barriera è rotta, la vostra mente e la mia diventano una.

La mente è una madre universale e la sua natura è quella dei tre gunasattwa (equilibrio), rajas (dinamismo) e tamas (inerzia). Secondo la manifestazione della realtà, la mente è nota come buddhi (intelletto discriminante), chitta (i contenuti della mente) e ahamkara (ego).

Abbiamo sempre ritenuto la mente come il processo del pensiero ma, secondo il tantra, la mente non è il pensiero. I pensieri e i sentimenti sono espressioni della mente, ma non la mente in sé. Proprio come le onde dell’oceano sono un’espressione, una manifestazione dell’oceano, ma non sono l’oceano. Il pensiero e l’emozione sono le vritti (gli schemi) della mente. La rabbia, la passione, l’avidità, la gelosia, l’amore, il ricordo, il giudizio, sono tutti schemi e non la mente.

La mente è consapevolezza omogenea. Tale consapevolezza è di due tipi: esterna e interna. Quando si hanno delle percezioni sensoriali, si sa che la consapevolezza è esterna. Quando dissociate la mente dai sensi, la consapevolezza diventa interna. La mente può trasformarsi nell’uno o nell’altro stato. Quando la mente diventa estroversa, si hanno le esperienze di forma, suono, tatto, gusto e olfatto attraverso i cinque differenti organi di senso. L’esperienza sensoriale è il gioco della mente.

Se la mente è introversa, i sensi sono inerti e senza vita. Non si può sentire, vedere, odorare, parlare o toccare. Ciò è chiamato pratyahara. Quando la mente va verso l’interno, ci si avvicina alla barriera e s’inizia a vedere il cosmo, che è un’esperienza infinita. Non ha né inizio né fine, né circonferenza né centro.

Noi definiamo la consapevolezza come esterna o interna, materiale o spirituale. La consapevolezza materiale è un’esperienza esterna della mente. La consapevolezza spirituale è un’esperienza interna della mente. Quando nella mente vi è una barriera è limitata all’esperienza materiale, ma quando la barriera è rotta si ha l’esperienza spirituale.

Nella filosofia yogica, questa barriera è conosciuta come avidya (ignoranza) o maya (illusione). Attraverso la pratica del mantra questa barriera si rompe.

I costituenti della mente
Ogni mantra ha un suono specifico. Non conosciamo tutti i suoni, ma sappiamo che ci sono dei suoni che sono più miti e altri che sono più forti. Cosa accade quando si produce un suono? Gli scienziati hanno visto che i modelli delle onde cerebrali si modificano. I tantrici dicono che quando si produce un suono si modifica la formazione della mente.

La mente non è unita. Così come l’acqua è formata dalla combinazione d’idrogeno e ossigeno, la mente è una combinazione di numerosi componenti. Nello yoga e nel tantra questi componenti sono noti come samskara. Essi sono i residui delle esperienze individuali attraverso molte incarnazioni.

La mente opera come una macchina fotografica. Qualunque cosa viene conosciuta o sperimentata attraverso i sensi rimane impressa nella parte subliminale della mente. Queste impressioni, o componenti, sono così numerose che non saremmo mai in grado di conoscerle tutte e non è semplice classificarle. Alcune sono deboli e insignificanti, mentre altre hanno una potente influenza sul carattere, sulle abitudini e sulla natura. Alcune sono casuali e periodiche, mentre altre ci accompagnano per tutto il tempo.

Resta inteso che pensieri potenti come la rabbia, la passione, la gelosia o la paura entrano nella mente di tanto in tanto, mentre durante la meditazione molti pensieri insignificanti vanno e vengono continuamente. Ciò accade perché non abbiamo pulito i costituenti della mente. Per questo il primo requisito per la meditazione è chitta shuddhi (la purificazione mentale). Ciò non deve essere compreso come una questione religiosa. Chitta shuddhi significa “fermare i componenti della mente”. Altrimenti, quando ci si siede per meditare molti piccoli pensieri arrivano costantemente nella mente e causano agitazione e disturbo. La pratica del mantra è uno dei migliori metodi per chitta shuddhi, se viene fatto con consapevolezza di tutti i pensieri che entrano nella mente mentre si ripete.

I costituenti della mente hanno tre campi d’azione: vikshepa (distrazione), vikalpa (unidirezionalità) e laya (dissoluzione totale). Il primo campo si ha quando la mente salta continuamente da un punto all’altro e non è mai costante. Ad esempio, quando ci si concentra sulla fiamma di una candela e un pensiero distraente passa nella mente: ciò è noto come vikshepa. Questo è un elemento della mente.

Il secondo componente è chiamato vikalpa. Dopo aver stabilizzato pratyahara, dissociando la mente dai sensi, si ha consapevolezza unidirezionale. Allora s’inizieranno ad avere delle visioni. Si riuscirà ad essere concentrati sulla fiamma di una candela, ma s’inizierà a vedere la televisione interiore! Questi costituenti psichici della mente sono chiamati vikalpa e sono estremamente difficili da eliminare. Nel dhyana yoga se un pensiero arriva alla mente, potrete farlo uscire definitivamente con la volontà. Ma quando arriva vikalpa siete impotenti. Queste sono espressioni involontarie degli elementi psichici e non avete alcun controllo su di esse. Come potete distruggere o fermare questi componenti? Qui il mantra sarà molto utile. Il mantra è capace di distruggere i componenti psichici noti come vikalpa. C’è, poi, un terzo e potente elemento della mente chiamato laya che significa dissoluzione, sospensione. In questo stadio la consapevolezza è completamente eliminata e si ha totale shunya (vuoto). Vi stavate concentrando sulla fiamma di una candela ed improvvisamente tuttosi spegne: non c’è più la fiamma, non c’è più nulla, e sarete totalmente impotenti, persi. Questo è un costituente molto ostinato.

Quindi, ci sono tre tipi di samskara: distrazione, visioni psichiche e sospensione della consapevolezza. Come potete essere liberi da questi elementi? Il mantra è uno strumento molto utile per questo scopo. Quando praticate il mantra è assolutamente necessario l’uso di un mala. Mantra e mala insieme fermeranno i costituenti della mente. Ad esempio, mentre si pratica Om, Om, Om la mente cade improvvisamente e appaiono visioni. La rotazione del mala interferirà con le visioni e ridarà vita alla consapevolezza. Invertirà il processo della consapevolezza mentale. Questa è l’importanza del mantra in relazione al dhyana yoga e al risveglio della consapevolezza spirituale.

I bija mantra
I bija (seme) mantra sono suoni estremamente potenti che hanno effetti significativi ed istantanei. Ci sono milioni di bija mantra, ma ne conosciamo solo alcuni di essi. Ogni bija mantra ha il proprio elemento e ogni elemento è associato a un centro del corpo. Ad esempio, Om appartiene all’etere, l’elemento più sottile. La sede dell’etere è ajna chakra. Perciò, Om è il mantra di ajna chakra ed è considerato il padre, il bija mantra più potente di tutti. Coloro che sono seri ricercatori della realtà assoluta usano il mantra Om.

Quella che segue è solo un’illustrazione dei bija mantra, degli elementi e dei chakra a essi associati. Il bija mantra lam appartiene all’elemento terra, la sede di muladhara chakra. Vam appartiene all’elemento acqua, swadhisthana chakra. Ram appartiene all’elemento fuoco, manipura chakra. Yam appartiene all’elemento aria, anahata chakra. Ham appartiene all’elemento spazio, vishuddhi chakra.

I bija mantra sono, sicuramente, elevate dosi di potenza. Gli aspiranti che non hanno fermato le proprie impressioni mentali dovrebbero praticare un mantra comune piuttosto che un bija mantra. Quando usate un bija mantra il risveglio del prana è incontrollabile. Questo è il motivo per cui molte persone hanno esperienze interiori il secondo giorno di pratica del bija mantra.

Necessità di un guru e della pratica
Il mantra dovrebbe essere dato da un guru. Un libro non può determinare il mantra giusto per te. Proprio come una cartuccia deve essere colpita dal martello della pistola per sparare, così il mantra deve essere colpito dal martello del guru per far esplodere la coscienza. La relazione tra guru e discepolo è solo il mantra. Quando il guru dà il mantra all’aspirante, questo diventa un discepolo. Un discepolo è colui che sta lavorando e sviluppando il mantra. Con l’aiuto del mantra, sta cercando di fermare i samskara, i vari elementi della mente.

Il guru deve decidere il mantra giusto per te, sulla base del tuo segno zodiacale, il temperamento, la malattia o il sentiero spirituale. Ricevuto il mantra dal tuo guru, devi praticarlo ogni giorno, per cinque o dieci minuti. Non importa quanto sia potente il tuo mantra, se non lo praticherai, non otterrai nulla.

Il mantra deve essere ripetuto migliaia di volte. All’inizio lo ripeterai sul piano udibile. Le vibrazioni saranno esterne e gli effetti grossolani. Ma, gradualmente, come la tua mente diverrà più tranquilla e silenziosa, le vibrazioni diverranno più potenti. Il mantra andrà nelle profondità della coscienza, perforerà la mente coscia e subconscia e penetrerà nella mente inconscia. Una volta che il mantra sarà entrato nella mente inconscia, distruggerà tutti i samskara e i costituenti mentali. Quindi, il mantra deve essere ripetuto regolarmente con il mala. Se il tuo mantra è Om, pratica cinque mala ogni giorno. Se non hai tempo al mattino, fallo di sera. Molti capifamiglia non praticano il mantra di notte perché sono confusi su certi tabù. Sentono che non è appropriato praticare il mantra dopo maithuna ma, secondo il tantra, l’effetto del mantra è maggiore in quel momento. Quindi, se avete deciso di fare cinque mala ogni notte, dovrete farlo. Indipendentemente da che tipo di vita conducete, prima praticate e poi dormite.

Il mantra è una forza purificatrice. Niente al mondo può inquinare il mantra; niente può renderlo impuro. Il mantra può purificare ogni corruzione. È un grande purificatore che indipendentemente da ciò che mangiate, come vivete, cosa pensate o in quale religione credete, dominerà e distruggerà tutti i samskara. Quando i samskara saranno distrutti e il velo sarà squarciato, potrete vedere la divinità davanti a voi, splendente come il sole. Ciò che state cercando non è molto lontano. C’è solamente un velo tra voi e me che deve essere distrutto dal mantra shakti, dal mantra yoga. Om è il più potente, il più benevolo di tutti i mantra.