domenica 22 marzo 2015

Donne e Sannyasa

Swami Satyananda Saraswati

Alla richiesta di spiegare la ragione per cui abbia dato l’iniziazione a più di 50 donne al sannyasa, Swamiji rivela che le donne hanno sempre fatto parte della tradizione sannyasa e che, in verità, esse sono di natura molto più psichiche rispetto agli uomini.
Registrato a Chamarande, Francia, nell’agosto del 1981.

Nella storia dello yoga, le donne sono sempre state la maggioranza. Contate il numero qui, in quest’assemblea; andate ad una lezione di yoga, ad un satsang o in un ashram e troverete più femmine che maschi. Il motivo per cui troverete sempre più donne coinvolte nei movimenti spirituali non è dovuto a uno sviluppo recente, ma a un recente ritorno.

Durante gli ultimi secoli le donne sono state represse e private dei diritti fondamentali d’uguaglianza. Sono state anche escluse dalla vita spirituale. Probabilmente la ragione è che le abbiamo volute sfruttare per i nostri obiettivi carnali. Sono certo che il mio sospetto sia corretto. Se alle donne fosse stato consentito di praticare la vita spirituale e incoraggiate ad aumentare la consapevolezza, come potrebbero essere usate come vittime della nostra carnalità?

Guardate allo stato delle donne in Occidente. Fino a poco tempo fa erano incoraggiate ad essere solo mogli e madri, e a niente di più. Sono state condizionate con ogni mezzo, tanto che non hanno saputo come contestare, rifiutare o resistere. Soltanto ora le donne stanno iniziando a liberarsi dell’antica tradizione. Comunque, in Occidente, sono sempre state completamente escluse dai chiostri spirituali. Ogni volta che ho visitato i monasteri Occidentali, tutte le femmine sannyasin che m’accompagnavano non erano ammesse all’interno dei chiostri. Nella tradizione dello yoga è completamente differente: uomini e donne possono vivere, muoversi, parlare ed interagire tra loro.

Sin dall’inizio della storia dello yoga le donne hanno giocato sempre un ruolo importante e molte di esse sono diventate guru e sante. Shiva è ritenuto essere il primo guru e il fondatore del tantra e dello yoga. Sapete chi è stato il suo primo discepolo? Parvati, la sua controparte, moglie o shakti. Se leggete i testi tantrici troverete che iniziano con: ‘Parvati chiese’. Quindi, la conoscenza del tantra e dello yoga venne impartita per primo ad una donna. E nella cultura yogica, quando ci si riferisce a una relazione, la donna è sempre menzionata per prima. Diciamo “Sita Ram”, non “Ram Sita”; “Radha Krishna”, non “Krishna Radha” e “Gauri Shankara” non “Shankara Gauri”.

Nella tradizione tantrica Tibetana e Induista ci sono 84 yogi e di questi 64 sono yogini (femmine). In Kashmir vive una grande santa chiamata Lalla, sempre completamente nuda. Spesso i suoi devoti le chiedono: “Lalla, perché non indossi qualche vestito?” Ed ella li schernisce: “Voi vedete il mio corpo o la mia anima?”.

Nelle Upanishad troverete molti riferimenti a grandi sante e dibattiti filosofici tra yogi maschi e femmine. Un fantastico riferimento riguarda una signora molto intelligente, chiamata Gorghi, che è stata un’allieva rinomata e grande sannyasin.

Quando Shankaracharya scrisse il suo famoso testo sul tantra “Ananda Lahari” lo commentò con un verso molto toccante: “Senza Shakti, Shiva come potrebbe creare qualcosa?” Shiva è solo un testimone silenzioso, Shakti è il creatore. Questo è il motivo per cui nella tradizione tantrica la donna è colei che da l’iniziazione.

Ci sono due tradizioni esistenti al mondo. Una è matriarcale e l’altra è patriarcale. Il Giudaismo, il Cristianesimo e l’Islamismo sono patriarcali. L’Induismo, il Buddismo, lo Zoroastrismo, lo Shintoismo, il Taoismo e il Confucianesimo sono tutte matriarcali. Le religioni matriarcali sono religioni molto accomodanti. Hanno molta comprensione e compassione per gli altri, e questo riflette la natura di base femminile.

Le religioni matriarcali sono le responsabili per le cose belle della vita, come le arti raffinate, lo yoga, il tantra, la danza, la musica, la pittura e così via. Le religioni patriarcali non ammettono compromessi, hanno prodotto grandi guerrieri e hanno sviluppato delle forti amministrazioni. Hanno anche impedito alla donna di progredire.

Però, nell’ultimo secolo e mezzo, le donne occidentali hanno iniziato a diventare più aperte e, lentamente, sono in atto cambiamenti anche in Oriente. Come ho detto all’inizio, c’è stato anche un ritorno delle femmine sannyasin nella tradizione. E di questo il responsabile sono io. Nei primi anni sessanta e settanta, quando ho cominciato a iniziare le donne al sannyasa, ci fu una grande agitazione tra gli ortodossi che iniziarono a dire tutto quello che potevano. Ma, col passare degli anni, non hanno avuto altra alternativa che seguire le mie orme. Ora essi hanno molti più discepoli femmine di me.

La donna è una delle creazioni migliori del creatore e non c’è nessuna ragione per cui ella debba essere esclusa dalla vita spirituale. Le donne sono molto psichiche di natura e noi dovremmo permettere loro di aumentare la consapevolezza e sviluppare questa parte della loro personalità. Perché non dovrebbero diventare chiaroveggenti, telepatiche, profeti, allieve e sannyasin?

La mia personale filosofia è: le donne sono molto sincere e obbedienti. Sono oneste e grandi lavoratrici e quando lavorano con voi, vi mantengono rilassati per tutto il tempo. Voglio anche dire che una delle ragioni principali del successo del mio lavoro è l’introduzione delle femmine nel movimento. Non dico che gli uomini non siano necessari; essi hanno il loro ruolo, ma nello schema della creazione, penso che le donne siano superiori.