martedì 30 settembre 2014

Gli Shatkarma, tecniche antiche per l'età moderna

Swami Ajnananda Saraswati

La parola “salute” deriva dalla totalità. Fino all’ultimo decennio il significato generico, ortodosso del termine “salute”, era “assenza di malattia”. La medicina occidentale si è avvicinata alla questione da un punto di vista sempre più settoriale. C'è stato un grande ampliamento della conoscenza delle funzioni corporee (fisiologia) e delle strutture grossolane e sottili (anatomia), soprattutto per quanto riguarda il cervello, il sistema nervoso ed endocrino. Sono state fatte ricerche sempre più dettagliate sulla moltitudine di processi della malattia (patologia) cui le persone sono soggette. Tuttavia, eccetto forse per il campo dell’endocrinologia, sono stati fatti pochi tentativi per mettere in relazione tutte queste ricerche fisiche con i processi mentali. Nel campo della psicologia e della psichiatria, i processi mentali sono stati sottoposti ad analoghe indagini intensive ma, in gran parte, senza tener conto dei processi corporei. Tutta l’attenzione è stata posta in maniera errata: abbiamo studiato la malattia, i disturbi, cosa può esserci di sbagliato nel corpo e nella mente, invece di dirigere gli sforzi delle indagini sulle persone sane. Dovremmo studiare i corpi viventi invece di quelli morti, e menti libere, invece di quelle limitate e bloccate. E’ nel ripristinare un orientamento delle indagini lungo linee positive, che lo yoga ha un magnifico ruolo da svolgere.

Molte migliaia di anni fa gli yogi, dedicandosi a un processo di auto-indagine, alla ricerca spirituale del significato della vita e alla scoperta del completo potenziale umano, compresero che alla base di questa ricerca c’era uno stato di salute radioso, non solo l'assenza della malattia, ma un’abbondanza, un’inondazione di vitalità e d’energia. Hanno sviluppato tecniche di auto-trattamento e prevenzione delle malattie con lo scopo di poter andare avanti con la loro ricerca, senza essere distratti dal dolore e dalla malattia. Il cuore di queste tecniche, è quel gruppo di pratiche che costituiscono gli Shatkarma, o metodi di purificazione, parte fondamentale dell’hatha yoga. Insieme alle asana, al pranayama, alle tecniche creative di meditazione e di rilassamento, queste pratiche sono il nucleo centrale del vasto sistema, noto come “la terapia dello yoga”.

Jala neti
La pratica di Jala neti, o lavaggio nasale, è molto semplice e ha una tale straordinaria gamma di effetti terapeutici, che deve essere considerata la più importante tra gli strumenti nel “cassetto” del terapeuta dello yoga. Un flusso di acqua tiepida e leggermente salata, introdotta nella narice attraverso un idoneo contenitore (la tradizionale neti lota o una piccola teiera), fluisce attraverso la rinofaringe ed esce dalla narice opposta. La procedura sarà, poi, invertita.

Il flusso della soluzione tiepida e salata nelle terminazioni nervose collegate con il bulbo olfattivo, una struttura nel piano craniale appena sopra la rinofaringe, ha un’azione riflessa calmante e rilassante sui centri dell'emozione nel sistema limbico del cervello. Aiuta a migliorare la concentrazione e ad armonizzare l'interazione tra la ragionante, pensante, corteccia cerebrale e il sensibile sistema limbico. Questo stesso effetto calmante e rilassante è responsabile dei benefici per chi soffre di mal di testa. Grazie alla diretta connessione tra il sistema limbico ed il midollo allungato (l'area del tronco cerebrale nella parte superiore del midollo spinale responsabile delle funzioni inconsce – il sistema nervoso autonomo, il controllo della pressione sanguigna, la frequenza cardiaca, la respirazione, ecc.) neti è una parte essenziale del programma di terapia yogica per le affezioni che vanno dall’ipertensione al carcinoma. Con la sua azione sul nervo trigemino, ha un effetto calmante su tutta l'area facciale e può essere usato per alleviare la stanchezza oculare, gli spasmi nervosi ed il dolore facciale. Secondo la tradizione, neti è una pratica di preparazione al pranayama, ed è grazie alla sua azione di pulizia che trova particolare applicazione negli ambienti inquinati, per chi vive o lavora in aree industriali. Rimuove l'accumulo di residui tossici presenti nell'aria e aiuta a prevenire l'accumulo e la concentrazione di questi veleni nel sistema.

E’ una parte essenziale nel trattamento dell’asma, della sinusite, della febbre da fieno e del raffreddore. In caso di raffreddore, una goccia di puro olio d’eucalipto o di menta piperita può essere aggiunto all'acqua: i sintomi spiacevoli del raffreddore verranno quasi miracolosamente alleviati senza alcuna interferenza nel processo di pulizia, che sarà ancora più efficace.

La sua capacità di equilibrare gli stati mentali ed emotivi attraverso percorsi fisiologici e pranici è profonda. Se vi è ansia, tensione o iperattività – in condizione maniacale - viene utilizzata acqua calda, nel modo in cui sia comodamente tollerata; invece se vi è depressione o sindrome d’astinenza, si usa acqua fredda, spesso senza sale.

Questo è l'equivalente yogico della terapia d’urto senza nessuno degli spiacevoli effetti collaterali. In caso di depressione, il sollievo è, ancora una volta sintomatico, ma il paziente viene portato ad uno stato in cui può essere in grado d’iniziare a fare qualcosa in merito. Questo è impossibile quando ancora si è immersi nella depressione. Psichicamente l'effetto di neti è principalmente su Ajna chakra.

Nauli
Nauli, l'isolamento e la rotazione dei muscoli retti addominali, e la sua pratica preparatoria uddiyana bandha, hanno un’ampia gamma di effetti terapeutici che meriterebbero una maggiore attenzione dagli istruttori di yoga di tutto il mondo. Lo stomaco, l’intestino tenue, il colon, il fegato, la milza, il pancreas, i reni ed il sistema uro-genitale, ricevono tutti un massaggio di qualità tale da non poter essere equiparato a quello fatto da un massaggiatore esterno, e i grandi muscoli dell'addome, da cui tanto dipende il nostro movimento fisico, vengono tonificati e rafforzati. C'è uno stato che sta diventando sempre più comune chiamato caduta o prolasso del colon trasverso. Quella parte dell'intestino crasso che attraversa l'addome da destra a sinistra e gradualmente s’incurva sempre più in basso nella cavità addominale. Questa condizione colpisce letteralmente milioni di persone ed è il risultato di fattori di stili di vita, come le professioni in gran parte sedentarie, la mancanza d’esercizio fisico ed una dieta povera. I pericoli per tutto l'organismo possono essere valutati da un esame della funzione e della struttura del colon, con la comprensione di come la sua funzione sia influenzata qualora la struttura si alterasse secondo le modalità sopra riportate.

Quando il colon trasverso s’incurva verso il basso, i due angoli o curve del colon si riducono o si chiudono parzialmente – ciò è noto come “flessura splenica ed epatica”. Questo rende molto più difficoltoso il passaggio delle sostanze di scarto e ciò si traduce in accumulo di sostanze tossiche e rifiuti in decomposizione. Se non si considera il colon come un semplice tubo cavo, ma se si prende in considerazione una delle sue principali funzioni, l’assorbimento dell’acqua nel sangue dal materiale di scarto, le conseguenze diventano evidenti. Attraverso l'accumulo e la contropressione creata da questa condizione, nel colon si formano dilatazioni e tasche piene di materiale altamente tossico e questo veleno viene costantemente assorbito nel sangue. I reni ed il fegato, organi di vitale interesse per la resistenza del nostro corpo alla malattia, vengono colpiti gravemente, come tutti gli organi della cavità addominale. L'accumulo di sostanze tossiche può essere eliminato con Shankhaprakshalana, la pratica di pulizia intestinale, ma per modificare positivamente questo stato alterato del colon e, soprattutto, per prevenire tale condizione, non esiste un metodo più efficace della pratica di uddiyana bandha e di nauli.

Anche se nella maggior parte dei testi l’ernia figura come una malattia per la quale uddiyana bandha e nauli non devono essere eseguite, l'autore ha avuto risultati eccezionali nel trattamento dell’ernia iatale con una pratica molto dolce e graduale di uddiyana bandha. Gli studenti che soffrono di questo disturbo riferiscono all'unanimità che, nel giro di poche settimane di pratica, la maggior parte dei sintomi sgradevoli di questa patologia scompaiono.

Kunjal
Kunjal kriya, la pratica di dhauti più rapidamente appresa e praticata, in cui sono ingeriti e poi vomitati sei o più bicchieri di acqua tiepida e salata, è una magnifica tecnica terapeutica e preventiva. Con la sua forte azione contraente sui muscoli addominali e sul diaframma, e la sua azione detergente sullo stomaco e sull'esofago, ha particolari vantaggi nel trattamento di disturbi digestivi e respiratori. Si tratta di una necessità assoluta in qualsiasi programma di trattamento dell’asma, dei disturbi bronchiali, dell’indigestione e dell’iperacidità.
La forte contrazione induce un’abbondante eliminazione di catarro, di muco e un conseguente sollievo.
L'autore l’ha usata per trattare un grave stato di bronchiectasia, con un buon risultato.

Si dice che ci sono solo tre occasioni in cui i processi mentali sono naturalmente e totalmente sospesi: durante l'orgasmo sessuale, starnutendo e vomitando. Se, come spesso accade con malattie come l'asma, la causa è la tensione mentale, questa tecnica agisce come un corto circuito psicofisiologico, fornendo una tregua dallo stato circolare, ripetitivo e di auto-molestia mentale dell'ansia per il paziente afflitto, consentendo un orientamento positivo e delle prospettive di sviluppo. Durante le prime fasi della pratica, molte persone sperimentano una sorta di blocco psicologico o barriera, a seguito del condizionamento sociale negativo sul procedimento del vomito. Con la perseveranza questo viene trasceso e lo studente beneficia grandemente della conseguente accettazione di questa funzione corporea, sperimentando una catarsi mentale ed emozionale parallelamente all'energia che viene rilasciata a tutti i livelli.

L'autore ha personalmente praticato tutte queste tre tecniche quotidianamente negli ultimi tredici anni, e sono state scelte per essere discusse qui, per la relativa facilità con cui possono essere assimilate nella routine quotidiana, da coloro che vivono nell’attuale società inquinata, competitiva, che mette molta pressione e procede molto velocemente. Neti, nauli, e kunjal possono essere praticate tutte in meno di quindici minuti.