sabato 12 luglio 2014

Le asana e lo stress


Le asana influenzano notevolmente il funzionamento del sistema endocrino. Conosciamo l’importante ruolo che svolgono le ghiandole endocrine nell’adattamento allo stress, secernendo gli ormoni dello stress. C’è un rapporto talmente complesso tra le ghiandole, che il malfunzionamento di una di esse può causare la rottura dell’intero sistema.

Le asana armonizzano il funzionamento dei vari sistemi corporei che sono strettamente interconnessi, come, ad esempio, il sistema circolatorio, nervoso, respiratorio e digestivo. Qualsiasi interruzione nella corretta collaborazione tra questi sistemi si traduce in una perdita di salute ed efficienza del corpo.  Quindi, tutti questi sistemi hanno un ruolo attivo durante l’adattamento del corpo allo stress.

La sottile influenza che le asana apportano nel corpo si ha in pranamaya kosha, o il guscio energetico. Pranamaya kosha è pervaso da ciò che conosciamo come bio-plasma o bioluminescenza o prana, e che Kirlian ha fotografato per primo. Quest’energia viaggia all’interno ed intorno al corpo in specifiche vie o nadi, creando un'aura attorno ai corpi. Queste nadi o percorsi, si bloccano facilmente ed il prana rimane congestionato in alcune aree. Quando questo accade si hanno disordini fisici e mentali. Il prana è anche intimamente connesso con la mente. Il libero fluire del prana ottenuto con le asana, conduce ad equilibrio mentale e calma.

Un respiro affannoso ed irregolare denota tensione nella mente e nel corpo, mentre un respiro lento, profondo e ritmico indica sia calma mentale che buona salute. La pratica delle asana porta equilibrio mentale ed emozionale, tramite il rallentamento del respiro e rendendo inspirazione ed espirazione più profonde.

In definitiva, la pratica delle asana con la consapevolezza del corpo e del respiro, mantiene la mente libera dalle tensioni e dalle preoccupazioni, almeno durante la pratica. Tuttavia, il temporaneo rilassamento raggiunto durante la pratica gradualmente aumenta, fino a portare cambiamenti permanenti nella propria struttura mentale ed emozionale. Così come la nostra attitudine mentale si riflette nel nostro corpo, allo stesso modo l’equilibrio fisico raggiunto durante la pratica delle asana ha un effetto corrispondente nella mente.

Pawanmuktasana
Le serie di pawanmuktasana viene insegnata come preliminare alla pratica delle asana, ed è divisa in:
a)    gruppo antireumatico,
b)   gruppo antigastrico.
'Pawan' significa 'vento', 'mukta' significa 'liberare': i pawanmuktasana liberano il corpo dall’eccesso dell’elemento aria e dall’acidità.

Sebbene nella pratica sembrano molto semplici, essi esercitano effetti sottili sulle diverse articolazioni ed organi del corpo. Per questo, in Sanscrito, sono conosciuti come sukshma vyayama o esercizi sottili.

Insieme all’elemento aria ed all’acidità in eccesso, queste pratiche rimuovono e rilassano anche le tensioni muscolari di tutto il corpo, dalla testa alle dita dei piedi, e mettono in equilibrio i prana nel corpo. Questo a sua volta contribuisce a mantenere il corpo equilibrato e senza stress durante il giorno.

Surya namaskara
Abbiamo già visto come tutte le asana, direttamente o indirettamente, influenzano e stimolano il sistema endocrino, che gioca un ruolo chiave nell’adattamento del corpo allo stress. Tuttavia, nessuna singola pratica influenza il complesso corpo-mente nella stessa misura di surya namaskara. Essa può essere considerata come la gestione dello stress in una capsula!

La pratica di surya namaskara ha tre aspetti principali: forma, energia e ritmo. Le dodici posizioni di surya namaskara creano la matrice fisica intorno alla quale la forma della pratica è tessuta. Queste posizioni generano prana, l’energia sottile che attiva il corpo psichico. La loro esecuzione in sequenza costante e ritmica riflette i ritmi dell’universo e i bioritmi nel nostro corpo. La sovrapposizione ritmica di questa forma ed energia sul complesso corpo-mente è la forza trasformatrice che genera il nucleo di una vita più piena ed attiva, e porta ad un maggiore apprezzamento della ricchezza del mondo in cui viviamo.

Nel corpo sottile di una persona ci sono sette centri psichici principali chiamati chakra. Essi hanno la loro corrispondenza fisica nei diversi plessi nervosi e nelle ghiandole endocrine. L’attivazione di questi centri psichici attraverso surya namaskara, avviene principalmente attraverso lo sviluppo della consapevolezza interiore, della concentrazione e della  visualizzazione.

Ognuna delle dodici posizioni di surya namaskara ha un proprio mantra che viene ripetuto mentalmente per avere maggiori benefici. La concreta stimolazione fisica di ogni posizione migliora prana shakti, che ci permette di focalizzare e concentrare meglio le nostre energie mentali nei punti di localizzazione dei chakra. È questo duplice aspetto di mantenere la consapevolezza mentale su un intenso schema fisico che porta ad una fusione di mente e corpo, di ida e pingala.

Già solo i movimenti fisici in avanti ed indietro di surya namaskara sono sufficienti a stimolare il ritmo metabolico e a liberare energia. Quando questo è combinato con la stimolazione dei chakra, gli effetti saranno ancora maggiori.

Il midollo spinale, il collegamento tra il cervello ed il corpo, è il canale di tutte le nostre energie. Al suo interno ci sono le nadi ida e pingala, quindi la sua salute è di fondamentale importanza. Surya namaskara, essendo una pratica attiva e dinamica, esercita la sua maggior influenza su pingala nadi, soprattutto se praticato velocemente. Tuttavia, se praticato lentamente e completato con la consapevolezza dei chakra e la ripetizione dei mantra, surya namaskara stimola, allo stesso modo, sia ida che pingala. Nella versione più lenta, la tecnica si trasforma da una serie di asana ad una serie di mudra, portando ad uno sviluppo più equilibrato. Analizzando ciascuna delle posizioni di surya namaskara, capiamo l’enorme influenza terapeutica che ha sullo stress, attraverso una combinazione di asana, pranayama, consapevolezza dei chakra e ripetizione dei mantra.

Pulizia del corpo
Secondo l’antica scienza dell’ayurveda, tutte le funzioni del corpo sono controllate da tre umori: kapha (muco o flemma), vata (gas o aria) e pitta (acido o bile). Il primo passo per equilibrare i prana è la regolazione degli umori. Quando puliamo il corpo internamente di volta in volta rimuoviamo l’eccesso di questi tre prodotti metabolici, in modo da regolare la loro formazione e bilanciare la proporzione di ognuno. Tuttavia, al fine di purificare il corpo da questi eccessi, dobbiamo anche purificare le  nadi o i canali energetici.

Tradizionalmente, l’hatha yoga prescrive gli shatkarma, o le sei azioni: neti, dhauti, basti, nauli, kapalbhati e trataka.  Questi non si escludono reciprocamente, ma si praticano in differenti combinazioni a seconda della specifica natura del disturbo e dei bisogni individuali. Il fatto stesso che siano stati sviluppati così tanti metodi e tecniche di pulizia del corpo, e che vengano praticati, dimostra la grande importanza che l’hatha yoga attribuisce alla salute del corpo.

Neti è un processo di pulizia dei passaggi nasali da tutte le impurità, compreso il muco secco incrostato, che può rimanere all’interno. Ad un altro livello, la pratica di neti ha un’influenza sottile sui vari nervi che terminano nei passaggi nasali, come il bulbo olfattivo e gli altri nervi adiacenti, che innervano gli occhi, le orecchie, il naso e la gola. Questo ha un effetto calmante sul cervello, e può aiutare ad alleviare i disturbi legati allo stress come l'emicrania, l’asma, la depressione, gli stati di tensione, il mal di testa, l’insonnia e la stanchezza.

Sappiamo che la respirazione a narici alternate ha un'influenza equilibrante sui due emisferi del cervello. La pratica di neti ha un effetto simile, ed induce armonia ed equilibrio in tutto il sistema nervoso centrale, così come nei sistemi che governano la funzione respiratoria, circolatoria ed escretoria.  Neti migliora anche l’efficienza dei lobi frontali del cervello, che sono responsabili delle facoltà mentali più elevate.

Dhauti consiste in diverse tecniche per il lavaggio dello stomaco. Kunjal è la tecnica di pulizia dello stomaco in cui si vomita volontariamente dopo aver bevuto sei bicchieri di acqua calda salata. Kunjal aiuta a rimuovere acidità, gas ed eccesso di muco dallo stomaco, inoltre tonifica e stimola tutti gli organi addominali. Rimuove i sintomi della tensione e dello stress attraverso la stimolazione del nervo vago che attiva il sistema nervoso parasimpatico e, di conseguenza, la risposta di rilassamento.

A livello psichico, kunjal rafforza il plesso solare o manipura chakra. Lo stimolo del vomito spinge in alto il prana da muladhara chakra verso la gola, e stimola vishuddhi chakra. Il movimento verso l’alto del prana attiva tutti i chakra all’interno della colonna vertebrale e tutte le nadi vicine. Gli impulsi nervosi corrono dalla base della colonna vertebrale verso il midollo allungato ed ajna chakra.

Shankhaprakshalana è un’altra tecnica di dhauti ampiamente usata. Shank significa ‘conchiglia’ e prakshalana significa ‘lavare completamente’. Questa pratica aiuta a lavare gli intestini a forma di conchiglia. Si tratta di un metodo sistematico e delicato in cui viene completamente lavato l'intero canale alimentare, dalla bocca all'ano. In che modo shankhaprakshalana aiuta a rimuovere lo stress? L’accumulo di tossine nel sistema digerente produce stress digestivo, che alla fine causa diversi tipi di disordini digestivi. Queste tossine circolano anche in altre parti del corpo, dove diventano nuovamente causa di stress e squilibrio. Con la pulizia dell'intero tratto digerente, si elimina una delle principali cause di stress fisico, squilibrio e malattia, promuovendo così la salute di tutto il corpo.

Kapalbhati rimuove le impurità dalla zona frontale del cervello e rende la mente calma. Il vantaggio più rilevante di questa pratica è quello d’invertire il procedimento dei riflessi nervosi. La respirazione normale è caratterizzata dalla contrazione attiva dei soli muscoli inspiratori, come il diaframma e gli intercostali esterni; mentre l’espirazione avviene in modo passivo con la cessazione della contrazione degli intercostali interni. Kapalbhati ribalta questo procedimento: l’espirazione diventa attiva e l’inspirazione passiva. Questo induce un’inversione del flusso degli impulsi nervosi da e verso il cervello, determinando stimolazione e risveglio dei centri cerebrali.

Trataka. Abbiamo visto in precedenza (nel Cervello, il Controllore), come la concentrazione mentale abbia una forte influenza sulla ghiandola pineale, sul sistema nervoso simpatico (poiché l'occhio è direttamente collegato alla ghiandola pineale attraverso il sistema nervoso simpatico) e sull’ipotalamo e, attraverso l’ipotalamo, sul completo risveglio dell’individuo. Quando questi centri vengono stimolati durante la pratica di trataka, la mente diviene stabile ed immobile, in quanto tutti i pensieri stressanti e di disturbo vengono bloccati.