venerdì 21 marzo 2014

Prana: la forza universale

Swami Satyananda Saraswati
Zinal (Svizzera), Settembre 1981

Nel corpo fisico abbiamo due tipi di energie. Una è nota come prana e l’altra come mente o consapevolezza. Ciò significa che in ogni organo del corpo ci sono due canali che trasportano energia. La psicologia moderna descrive due tipi di sistema nervoso – il simpatico ed il parasimpatico, e questi due sistemi sono interconnessi in ogni organo del corpo. Allo stesso modo ogni organo è dotato dell’energia del prana e dell’energia della mente.

In yoga il concetto di prana è molto scientifico. Quando si parla di prana non ci riferiamo al respiro, all’aria o all’ossigeno. Precisamente, e scientificamente parlando, prana significa la forza vitale originale.

Prana è un termine sanscrito costituito da due sillabe, pra e an. “An” significa movimento e “pra” è un prefisso che significa costante. Quindi, prana significa costante movimento. Questo movimento costante inizia nell’essere umano appena viene concepito nel grembo materno. Prana è anche un tipo di energia responsabile della vita, del calore e del mantenimento del corpo.

Nadi, chakra e la distribuzione del prana
In accordo con lo yoga, il tantra e la scienza della kundalini, si suppone che il prana abbia origine in pingala nadi.  All’interno della struttura della colonna vertebrale ci sono tre canali conosciuti come nadi in yoga. Uno si chiama ida, un altro è pingala e il terzo è sushumna. Ida nadi rappresenta l’energia mentale, pingala rappresenta il prana o l’energia pranica e sushumna rappresenta lo spirito o la consapevolezza spirituale. Queste tre nadi hanno origine in muladhara chakra, che è situato nel perineo o nella cervice. Pingala nadi fluisce a destra da muladhara e continua incrociando ida in ogni chakra fino a raggiungere ajna. Ci sono sei chakra attraverso cui pingala nadi passa. Il primo è muladhara chakra da cui ha origine. Il secondo è swadhisthana, che la nadi attraversa da sinistra. Il terzo è manipura che la nadi attraversa da destra. Il quarto è anahata dove la nadi passa da sinistra. Il quinto è vishuddhi che la nadi attraversa da destra ed il sesto è ajna, dove la nadi termina da destra. Allo stesso modo anche ida nadi attraversa ogni chakra, ma nel verso opposto. Ogni sincero aspirante di yoga dovrebbe avere chiara la comprensione del percorso di queste tre principali nadi.

Pingala nadi è il canale che distribuisce il prana nel corpo, e da ogni chakra i prana vengono inviati verso ogni organo del corpo. Da swadhishana l’energia pranica è distribuita verso il sistema genito-urinario. Manipura chakra fornisce prana al sistema digestivo e anahata rifornisce il sistema respiratorio e cardiovascolare. Da vishuddhi si ha la distribuzione verso le orecchie, gli occhi, il naso e la gola; e ajna chakra è il distributore dell’energia attraverso cui il cervello dell’uomo viene alimentato.

Il carburante della vita
Il prana non è un semplice concetto filosofico è, in ogni senso, una sostanza fisica. Come le onde radioattive o elettromagnetiche esistono anche se non le possiamo vedere, allo stesso modo, nel corpo fisico, ci sono le onde praniche e i campi pranici. Ora, ognuno di noi ha una certa quantità di prana nel proprio corpo fisico che utilizza nelle attività quotidiane nel corso della vita. Quando il prana diminuisce si ha una malattia, e quando siamo pieni di prana, ogni parte del corpo è in perfetta salute. Se abbiamo un eccesso di prana possiamo trasmetterlo agli altri per la guarigione o il magnetismo.

Il prana interiore può essere stimolato con la pratica del pranayama ed anche aumentato di quantità. Il cervello richiede il massimo del prana e per la pratica della meditazione necessita di un incremento supplementare. È per questa ragione che pratichiamo pranayama prima d’iniziare le pratiche di meditazione. Se non siamo in grado di fornire abbondante carburante pranico al cervello, la mente diventa molto irrequieta e disturbata. 

Quando il cervello riceve un rifornimento insufficiente di prana soffrite di depressione nervosa o di esaurimento nervoso. L’intero corpo suda, c’è tremore in ogni organo, non potete stare in piedi, la vostra mente è instabile ed avete costantemente pensieri negativi. Non riuscite nemmeno a dormire e non volete camminare, parlare o pensare. Questo stato indica solamente che il cervello sta ricevendo una piccola quantità di prana.

Aumentare il prana
Non dovreste pensare che solo con la pratica di un po’ di pranayama state rifornendo il cervello con un bel po’ di prana. Il processo di rifornimento ed assimilazione del prana nel cervello è molto complicato. Il cervello è uno strumento sottile e può essere arricchito solo con una forma sottile di prana e non con una forma grossolana. Quindi, quando praticate pranayama, dovete convertire il prana in una forza sottile.

Una profonda respirazione da sola non è sufficiente per stimolare il prana. Respirando profondamente si stimola il sistema respiratorio e la circolazione sanguigna, ma se si potesse esaminare il cervello in quel momento, si vedrebbe che è poco stimolato.

Respirazione conscia ed inconscia
Il cervello può essere diviso in due parti – il cervello frontale ed il cervello posteriore. Il cervello posteriore è il cervello istintivo che abbiamo ereditato dalle incarnazioni animali. Il cervello frontale è la sede della consapevolezza totale. Quando respirate senza consapevolezza, il respiro è registrato nel cervello posteriore, ma quando siete consapevoli che state respirando allora siete testimoni consapevoli dell’intero processo e questo sarà registrato nel cervello conscio, nel cervello frontale.

La differenza sembra piccola, ma i suoi effetti sono molto grandi. Nel corso della vita tutti respirano inconsciamente, come fanno gli animali, i bambini e la maggior parte delle persone, eccetto i pochi che iniziano a praticare yoga. Ora, in tutti i casi, il flusso pranico è registrato nel cervello posteriore come fosse un computer. Nel momento in cui divenite consapevoli del vostro respiro e iniziate ad avere un controllo del respiro in un modo particolare, immediatamente il cervello frontale ne registra le influenze. Questo fatto è stato rivelato da esperimenti scientifici e ci ha portato alla seguente conclusione: il respiro consapevole ha un effetto completamente differente sul cervello rispetto alla respirazione inconsapevole. Con la respirazione inconscia siamo pienamente capaci di nutrire l’intero corpo con il prana, ma non possiamo rifornire il cervello con sufficiente prana per la sua evoluzione e crescita.

Condurre il prana nel cervello
Al fine di alleviare le malattie del cervello, per svilupparne le capacità latenti o per avviare l’evoluzione del cervello, non possiamo dipendere dal modo in cui abbiamo respirato in passato. Precisamente questo è il motivo per cui vengono praticate le differenti forme di pranayama.

Quando praticate pranayama i prana vengono stimolati nella parte inferiore del corpo, ma è necessario che disponiate di un mezzo per costringere l’energia pranica a salire. Quindi dovete creare una forza negativa che spingerà l’energia pranica in alto, attraverso la colonna vertebrale. Per questa ragione il pranayama dovrebbe essere praticato insieme a specifici bandha. I tre bandha che sono incorporati nella pratica di pranayama sono jalandhara bandha, uddiyana bandha e mula bandha. Essi creano una forza negativa, come la forza d’espulsione usata per estrarre l’acqua da un pozzo. Ci sono due forze usate per pompare l’acqua, la forza risucchiante e la forza d’espulsione. Quando pratichiamo pranayama con i bandha, mettiamo in azione la forza d’espulsione.

Quindi, durante il pranayama generate prana nella regione inferiore del corpo e per condurre il prana verso il cervello dovrete, per prima cosa, praticare mula bandha, poi uddiyana bandha ed infine jalandhara bandha. Mula bandha è la contrazione del perineo, uddiyana bandha è la contrazione dei muscoli addominali e jalandhara bandha è il portare il mento verso lo sterno. Così il prana verrà condotto al cervello con l’aiuto del sottile sistema circolatorio. 

La rete di vasi attraverso cui il sangue circola non è solo una serie di tubi cavi. Man mano che il sangue circola attraverso il corpo questi vasi diventano carichi e polarizzati. È come se l’intero albero circolatorio, arterioso e venoso, si magnetizzasse. Il flusso di sangue attraverso i vasi genera una forza bio-magnetica come il forte flusso d’acqua usato per generare l’elettricità idroelettrica. Questo è il modo in cui prana shakti riesce a permeare ed animare le cellule ed i tessuti più lontani del corpo.

In condizioni normali vi è una certa quantità di prana che circola ed è responsabile del nostro attuale livello di salute. Tuttavia, l’importanza del pranayama è che ci permette di generare consapevolmente un voltaggio maggiore di prana e questa maggior quantità di prana può essere direzionata verso i centri superiori del cervello attraverso i vasi sanguigni cerebrali ed il fluido cerebrospinale, portando così circolazione ed irrorazione ai centri dormienti del cervello. In questo modo il pranayama conduce il praticante ad una realtà, un’esperienza ed una dimensione più elevata. Aumenta il livello di consapevolezza, attivando e risvegliando i centri dormienti e le capacità degli emisferi, destro e sinistro, del cervello in evoluzione.

Ora, un altro modo di condurre il prana verso la parte frontale del cervello è la pratica di shambhavi mudra. Shambhavi mudra è il portare le pupille degli occhi nel centro tra le sopracciglia. Questa pratica è anche nota come il fissare il centro tra le sopracciglia. Quando praticate shambhavi mudra, i prana vengono risucchiati con forza ad irrorare la zona frontale del cervello. 

Ringiovanire il cervello
Al fine di ricaricare il cervello con sufficiente prana dovete praticare pranayama sistematicamente. Pranayama non significa inspirare ed espirare in un modo particolare. Kumbhaka, la ritenzione del respiro, è la reale definizione di pranayama. L’inspirazione e l’espirazione sono solo dei processi. In tutti i testi antichi il kumbhaka è stato largamente elogiato, e oggi gli scienziati stanno riconoscendo ciò che i testi hanno affermato.

La ritenzione del respiro viene fatta in due momenti. In un primo tempo quando avete riempito i polmoni, mantenete il respiro dentro e, in un secondo tempo, mantenete il respiro fuori. Entrambe le forme di kumbhaka sono importanti e potenti al punto che possono ringiovanire l’intero cervello.

Prana vidya
In molte parti del mondo sono state formulate diverse pratiche per sviluppare prana shakti. In India i nostri antenati hanno sviluppato la scienza del prana che noi chiamiamo prana vidya. Questa è una scienza molto antica e così efficace che al giorno d’oggi, in India, ancora viene praticata. Alcune persone nascono con un eccesso di prana e sono capaci di trasmettere questo prana all’esterno del loro corpo verso altre persone. Sebbene non abbiate sufficiente prana per essere in grado di fare questo, potreste decisamente risvegliare il prana in voi stessi e condurlo in ogni parte del corpo che lo richieda. Dove si verifica la malattia nel corpo, vi è una carenza di prana. Se fornite maggiore prana a quella parte del corpo, il processo di guarigione diventa più veloce.

Descriverò una pratica di prana vidya che non è molto difficile. Mentre praticate il pranayama, visualizzate pingala nadi all’interno della colonna vertebrale. Mentre inspirate seguite la struttura di pingala e sentite il prana che attraversa ogni chakra ed alla fine raggiunge ajna chakra. Allo stesso modo, sentite il prana ridiscendere all’interno di pingala nadi. Il colore di pingala è rosso. Quindi, mentre inspirate ed espirate immaginate di respirare lungo un percorso rosso. Alla fine di ogni inspirazione praticate kumbhaka in ajna chakra.

Per poter praticare questa ascesa e discesa del prana, dovete perfezionare ujjayi pranayama. Praticate l’invio del prana su e giù nel midollo spinale attraverso pingala nadi per 40 volte. Poi iniziare a distribuire il prana da ajna chakra con l’espirazione. Potete mandarlo in ogni parte del corpo che volete. Se avete un problema con le dita o con i piedi o con qualunque altra parte del corpo, iniziate ad indirizzarvi il prana da ajna chakra. Sia con l’aiuto del respiro che con la mente, provate a spingere il prana alle parti colpite del corpo. In poco tempo vi accorgerete che sta avvenendo la guarigione.

Unirsi con il prana universale
Il prana non è solamente la forza vitale, è anche una potente forza di guarigione nel corpo che può anche eliminare i più difficili problemi fisici. Inoltre, il prana dentro di noi è una parte del prana universale. Non sto parlando degli ioni positivi e negativi, sto parlando della sostanza metafisica. Questa è chiamata prana universale ed il vostro prana è una parte di quello. Se potete unire voi stessi con il prana universale, potete disporre della quantità di prana di cui avete bisogno.  Per sintonizzarvi con questo prana universale dovete essere in grado di raggiungere lo stato più alto della meditazione. Quando controllate il respiro, anche la mente è controllata e la consapevolezza diventa unidirezionale. Questa consapevolezza unidirezionale è concentrata nel centro tra le sopracciglia, dove questo punto è visto come una luce. La luce cresce d’intensità e diventa sempre più grande fino ad avvolgere completamene la vostra coscienza. Quindi ci sarà un’illuminazione tutt’intorno a voi e a questo punto potrete connettervi con il prana universale. È molto difficile per noi sintonizzarci con il prana universale perché la nostra consapevolezza è molto limitata. La maggior parte di noi conosce solo la respirazione profonda e pensiamo che respirando profondamente da cinquanta a cento volte otteniamo maggiore shakti. Sicuramente è così ma abbiamo bisogno di una forma più sottile di prana shakti che può essere utilizzata per risvegliare il cervello. Nel corpo vi è un campo pranico che viene chiamato pranamaya kosha. Dovrete sapere come sintonizzare questo pranamaya kosha con il prana universale. Il vostro pranamaya kosha può essere risvegliato con una corretta pratica di pranayama, digiunando o mangiando in modo appropriato, perfezionando la meditazione nel centro tra le due sopracciglia. Quindi, quando sarete capaci di vedere questa grande luce avvolgente, diverrete lo strumento del prana universale. Successivamente, potrete distribuire questo prana a coloro che ne hanno meno.